Tribunale condanna Palazzo Chigi |Pg: "Appello doveroso" - Live Sicilia

Tribunale condanna Palazzo Chigi |Pg: “Appello doveroso”

Il Pg Scalia osserva che "tutte le denunce e le querele vennero iscritte e trattate con celerità".

MESSINA
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MESSINA – Tribunale condanna Palazzo Chigi: parla il Pg Scalia. “L’Avvocatura dello Stato ha doverosamente appellato la sentenza cosicché la vicenda potrà essere nuovamente rivalutata sul piano del fatto e del diritto”. Lo afferma il procuratore generale di Catania, Salvatore Scalia, sull’opposizione al risarcimento dovuto dalla Presidenza del consiglio ai figli di Marianna Manduca, uccisa 10 anni fa dal marito, Saverio Nolfo, a Palagonia, disposto dal Tribunale di Messina sulla presunta “l’inerzia dei magistrati di Caltagirone” titolari delle inchieste aperte dopo le denunce presentate dalla vittima contro il coniuge. Il Pg Scalia osserva che “tutte le denunce e le querele vennero iscritte e trattate con celerità”. Che l’arma del delitto è indicato in un coltello con quale l’uomo aveva minacciato la moglie, che “contrariamente da quanto ritenuto dal Tribunale di Messina”, fu “sequestrato e poi confiscato”, e non si vede “quale conducenza abbia col delitto”. E ricorda, come scritto dal Tribunale di Messina, che il reato di stalking è stato varato successivamente e che quindi “nessuna misura cautelare poteva essere adottata nei confronti di Nolfo”.

“Sino a qui i fatti – afferma il Pg Scalia – che vanno restituiti alla conoscenza del pubblico nella loro incontrovertibili storicità: nessuna carenza operativa in ordine a dodici denunce, come riferito dalla stampa, quindi, e l’unica ritenuta colposa omissione appare smentita, dai documenti in atti”. “Le sentenze non si commentano ma si impugnano – osserva il Pg di Catania – e quella in questione per le perplessità connesse alle circostanze di fatto, e soprattutto per i suoi aspetti giuridici e per le sue ricadute, necessita del vaglio dei successivi gradi di giudizio: qui si tratta di giudizio per risarcimento di danni cagionati per presunta responsabilità colposa per omissione da parte di organi dello Stato ed occorre accertare quindi se responsabilità alcuna vi sia stata”. “Ad evitare malevole ipotesi di un interesse non meramente istituzionale nel mio intervento – conclude il Pg Scalia – è opportuno sottolineare che chi scrive all’epoca dei fatti non rivestiva l’attuale carica ma svolgeva il proprio servizio in altro distretto tanto da non conoscere, nemmeno di vista, il magistrato in ipotesi interessato alla vicenda”. (ANSA).


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