Se le cose viste e ascoltate (per qualcuno avversate o sperate) componessero le nuove stagioni di inossidabili serie della politica siciliana, si potrebbe tranquillamente dire che il materiale, nel fine settimana, non è mancato. Proviamo a organizzare un rapido riepilogo delle puntate.
‘Grande Sicilia’ può essere la sorpresa?
C’è stata molta attenzione, a Enna, per la presentazione del simbolo e del ‘nome della cosa’. ‘Grande Sicilia’ è il marchio del Trio formato da Raffaele Lombardo, Roberto Lagalla e Gianfranco Miccichè. Il progetto risulta ambizioso, nell’idea di federare anime diverse.
Sarà una scommessa orientata verso il successo? Le aspettative e gli ostacoli, per chi ha avviato il cammino, si equivalgono. Proprio l’esperienza dei protagonisti – che, per taluni critici, sarebbe un elemento a sfavore – può aprire orizzonti non banali. Siamo appena all’inizio, ma la sceneggiatura dall’ampio perimetro e il lungo corso degli interpreti sono fatti da non sottovalutare.
Galvagno, l’augurio a Schifani
Questa che segue, invece, non è una novità. Il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, aveva già raccontato a LiveSicilia.it le sue intenzioni: “Ho trentanove anni, non ho né la presunzione, né la velleità, né la scorrettezza di interrompere un percorso, condotto con responsabilità dal presidente Schifani”.
Ieri, il numero uno di Palazzo dei Normanni ha augurato al numero uno di Palazzo d’Orleans “altri sette anni e mezzo di legislatura”, con una evidente allusione alla riconferma. Un ulteriore passaggio che sembra cristallizzare, una trama già spoilerata, il bis del presidente della Regione, Renato Schifani, alle prossime elezioni.
L’attivismo del presidente
Dal canto suo, il presidente Schifani si è segnalato per l’attivismo con cui ha affrontato due temi incandescenti: la sanità, con riferimento agli scandali dell’Asp di Trapani, e la questione del rapporto non serenissimo (eufemismo) con la Corte dei Conti, dopo gli ultimi rilievi.
“Sulla vicenda dell’Asp di Trapani – ha detto – siamo alle battute finali. Anche il ministero della Salute ha chiesto alcuni documenti che entro alcuni giorni l’Asp trasmetterà all’assessorato e allo stesso ministero. Mi auguro che a giorni questa vicenda possa avere una definizione”.
Ecco il passaggio sulla Corte dei Conti: “ “Nello Statuto siciliano vigente è previsto all’articolo 23 che le sezioni della Corte dei Conti vengano nominate di concerto con il governo regionale. Questa norma costituzionale è vigente e non è stata mai rispettata”.
“Nessun mio predecessore ha mai invocato l’applicazione di questo articolo. Strano. Sapete perché? Io non lo so, non voglio fare polemica su 60 anni di storia, ma l’articolo c’è – ha aggiunto il presidente -. Non voglio essere frainteso, non rivendico questo diritto perché sono stato controllato”.
I malumori del Pd
Torna alla ribalta, prepotentemente, la serie del Pd siciliano. Un leone della scena, Mirello Crisafulli, non è stato tenero con l’attuale classe dirigente, in vista di un congresso che, date le premesse, si annuncia tumultuoso.
Parlando col nostro giornale, ha usato parole trancianti: “Il pericolo maggiore è mettere in discussione la presenza del partito. Con uno scontro di questo genere si corre il rischio dell’estinzione del Pd: una cosa molto amara per chi ha militato una vita”.
Una questione su cui la segreteria Elly Schlein – di recente a Trapani, sempre per la vicenda dell’Asp e dei ritardi – tarda a pronunciarsi con nettezza. Opzione narrativamente ineccepibile, per mantenere intatta la suspense. E politicamente?