"Quei segreti su mio padre,|il maresciallo Lombardo" - Live Sicilia

“Quei segreti su mio padre,|il maresciallo Lombardo”

Quel che vuole sapere, in fondo, è solo la verità. Una verità che attende da 17 anni. “Voglio sapere se mio padre era un delinquente o un servitore dello Stato”. Per la prima volta, in un'intervista rilasciata a "S", parla Fabio Lombardo, figlio del maresciallo dei Ros Antonino, morto nel 1995.

Su "S" intervista esclusiva
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Quel che vuole sapere, in fondo, è solo la verità. Una verità che attende da 17 anni. “Voglio sapere se mio padre era un delinquente o un servitore dello Stato”. Per la prima volta parla Fabio Lombardo, figlio del maresciallo dei Ros Antonino, morto nel 1995: Lombardo – che ha chiesto di visionare il fascicolo che riguarda il padre, ottenendo un secco no – rompe il silenzio sulle pagine del nuovo numero di “S”, in un’intervista rilasciata a Riccardo Lo Verso.

“Sulla vicenda Lombardo – dice Giangiacomo Palazzolo, il legale che ha assistito il figlio del maresciallo – ci sono stati tre procedimenti per calunnia, diffamazione e istigazione al suicidio. Dei primi due conosciamo gli atti. Mai nessuno, invece, ha visto il fascicolo sull’istigazione. Abbiamo preso visione solo del decreto di archiviazione. Oggi scopriamo che è composto da otto faldoni che fanno aumentare l’aspettativa”.
Il maresciallo Lombardo è stato uno dei protagonisti della storia recente: a capo della stazione di Terrasini, fu uno degli uomini dell’Arma che permisero l’arresto di Totò Riina. Due anni dopo la cattura del Capo dei Capi, Lombardo passò al Ros, per il quale entrò in contatto con Gaetano Badalamenti, all’epoca detenuto in America. Dopo averlo incontrato, “Tano Seduto” fissò una condizione per testimoniare al processo Andreotti: che fosse il maresciallo ad accompagnarlo dall’aeroporto. Pochi giorni dopo, però, Lombardo fu trovato morto. Suicidio.
Di dubbi investigativi Fabio Lombardo ne ha parecchi. Si è fatto un’idea precisa di come siano andate le cose. Si guarda bene, però, dal dare riposte. Le cerca, piuttosto. Nella conversazione con “S” i dubbi finiscono per materializzarsi. “Mi chiedo – spiega – se siano stati fatti degli accertamenti sui tabulati telefonici di mio padre per sapere con chi si è sentito prima del suicidio. Quali telefonate ci sono state prima e dopo, visto nei giorni seguenti alla morte il telefonino era ancora accesso. Questa storia è veramente tra le più assurde della mia vita. Oggi voglio sapere cosa è successo quella notte. Perché dopo che comunicarono la notizia a mia madre, mentre piangeva, perquisirono la nostra casa e l’ufficio di mio padre?”.


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