"Maxi truffa alla Regione" | Currao in cella, libera la Cimino - Live Sicilia

“Maxi truffa alla Regione” | Currao in cella, libera la Cimino

Per la dirigente regionale, oggi in pensione, non sussistono le esigenze cautelari. Nel caso del funzionario ci sarebbe il rischio di reiterazione del reato.

 

PALERMO – La dirigente torna libera, il funzionario resta in carcere. Sono le decisioni del Tribunale del Riesame nei confronti di Maria Concetta Cimino ed Emanuele Currao, due dei quindici arrestati per una presunta maxi truffa alla Regione. Secondo l’accusa, i soldi destinati ai fornitori della Regione sarebbero finiti sul conto corrente di Currao di due imprenditori, mentre alcuni dipedenti avrebbero intascato compensi non dovuti per gli straordinari. Il tutto per un ammontare di 700 mila euro.

Nel caso della Cimino, in pensione da due anni, il Riesame ha ritenuto insussistenti le esigenze cautelari e i giudici non sono entrati neppure nel merito della sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza. Indizi che, a detta dei difensori, gli avvocati Camillo e Marco Traina non ci sarebbero. La Cimino si sarebbe attivata per  segnalare alcune situazione anomale. In un caso recuperò anche la somma indebitamente accreditata ad un imprenditore. E poi, secondo i legali, la dirigente non avrebbe potuto accorgersi delle altre irregolarità visto che Currao aveva falsificato anche i documenti cartecei che diedero il via libera ai pagamenti. Documenti sottoposti, per altro, alla valutazioni di più organismi di controllo. Secondo l’accusa, invece, la Cimino non avrebbe fatto nulla per evitare che il reato venisse commesso. Anzi, avrebbe consentito a Currao di utilizzare la sua password per accedere nel sistema informatico regionale. Ipotesi, anche questa, negata dai legali.

Nel caso di Currao, che nel corso del suo interrogatorio ha ammesso le proprie responsabilità, il Riesame ha annullato la misura cautelare, come chiesto dal legale Giuseppe Gerbino, sul tema del possibile inquinamento probatorio, ma l’ha confermata per il rischio di reiterazione dei reati da parte dell’indagato.

I provvedimenti del Riesame arrivano all’indomani della chiusura delle indagini da parte del procuratore aggiunto Leonardo Agueci e del sostituto Alessandro Picchi. I pm si apprestano a chiedere il rinvio a giudizio di quindici presone. Nei giorni scorsi erano tornati in libertà anche Maria Antonella Cavalieri, Vito Di Pietra, Giuseppina Bonfardeci, Michele Ducato e Carmelo Zannelli.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI