Tuccio Musumeci: |"Grillo ha risvegliato i catanesi" - Live Sicilia

Tuccio Musumeci: |”Grillo ha risvegliato i catanesi”

Dal teatro alla città. Tuccio Mucumeci parla di Catania, dei grillini, delle amministrative e dei problemi delle nuove generazioni. Con un plauso al Movimento 5 stelle e un messaggio ai più giovani: “Disoccupazione e clientelismo mi preoccupano”.

L'INTERVISTA
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CATANIA – Ultimi giorni di prove per Tuccio Musumeci che torna a teatro, il 7 marzo, con “Fumo negli occhi”. L’opera, diretta da Nicasio Anzelmo, fa parte della stagione teatrale del Brancati. Tra una battuta e un cambio di scena, c’è tempo per una chiacchierata con l’attore fra le poltrone di velluto blu. Catania ieri, Catania oggi. La preoccupazione per le nuove generazioni, il fenomeno Grillo e i risultati delle Politiche 2013 alla vigilia delle amministrative.

Come commenta Tuccio Musumeci i risultati elettorali delle politiche 2013?

Grillo ha scombussolato la politica italiana e questa notizia ha fatto il giro del mondo. L’America e la Germania hanno paura. L’opera attuata dai grillini è stato un bene per svegliare le coscienze del popolo italiano, assoggettato per anni al latrocinio dei politici che si sono mangiati un’Italia. Se anche a livello nazionale attueranno lo stesso controllo operato già in Sicilia, attraverso l’analisi critica delle leggi e degli eventuali intrallazzi di Palazzo, credo che questa possa essere la strada giusta.

Lei è tornato a votare dopo anni di astensionismo. Dovuto a cosa?

Sono sempre stato fuori con le tournee, quindi, mi era impossibile per impegni professionali. Da quando mi occupo del Brancati mi sento più vicino alla città e, di conseguenza, ho deciso di ritornare alle urne.

Che periodo sociale sta vivendo Catania?

Il periodo critico che accomuna, più o meno, tutte le città. Credo che la colpa della crisi derivi soprattutto dalla televisione. I programmi sono scadenti e non possono offrire educazione alle nuove generazioni. La fattoria, il Grande Fratello cosa possono dare? Ricordo che agli inizi della mia carriera, la gente il venerdì sera stava incollata alla tv ad assaporare le commedie di Eduardo De Filippo e Gilberto Govi. Quando con Pippo Baudo abbiamo condotto a Milano “Settevoci”, ad esempio, dietro vi era un lavoro molto severo da parte degli autori. Oggi anche il Festival di Sanremo che valenza ha se una canzone, dopo un paio di mesi, termina già nel dimenticatoio?

Manca poco alle amministrative. Cosa pensa che accadrà?

Non lo so. I sindaci tutto sommato non hanno grosse colpe, secondo me dipende molto anche dai cittadini. Le strade, ad esempio, sono sporche: un primo cittadino può mettersi tutte le mattine a girare gli angoli per vedere se ci sono carte a terra? Io proibirei assolutamente il volantinaggio: vivendo a Trieste per diversi anni ho notato che li è vietato praticarlo. A Catania esci da casa con le mani vuote e torni con le tasche piene di carte e “cartuzze” tra depliant e offerte del supermercato. Per non parlare, poi, di tutti i centri commerciali presenti in questa città! Non c’è l’ha nessun’altra realtà europea!

Se pensa al futuro dei suoi figli e delle nuove generazioni…

Sono preoccupato. La disoccupazione, il clientelismo, il tornaconto. Io non ho mai creduto nell’Europa unita: è un progetto difficile da concretizzare perché mentre in America gli Stati Uniti sono nati e si sono sviluppati insieme, le nazioni europee no. Ognuna ha le proprie tradizioni e i propri problemi, elementi che rendono un paese diverso dall’altro. L’euro è stato solo uno strumento utile per i potenti dato che al di là della moneta, ogni nazione rimane a se. Chi comanda, difatti, è sempre la Germania. Perché, secondo lei, i partiti nelle ultime elezioni hanno perso una miriade di voti e ha vinto Grillo? Perché non è stato in tv. La gente ha la nausea di assistere a trasmissioni in cui i politici litigano e continuano a ripetere sempre le stesse cose. Berlusconi ha basato una campagna elettorale sull’Imu. Ma a che pro? Che se lo tenga ormai! L’Italia è un cortile in tv.

Grillo potrebbe essere una soluzione per Catania?

Ha decisamente dato uno scossone al nostro Paese. È stata una sorta di rivoluzione perché la gente non sa più come arrivare a fine mese. Immaginate un povero uomo con figli a carico e l’affitto da pagare, come può andare avanti? Io, per natura, sono ottimista ma, a volte, quando mi ritrovo da solo a riflettere divento molto pessimista. Io la mia vita l’ho fatta, ma i miei figli? Ho consigliato loro di lavorare all’estero e non tornare più.

Quanto è attuale la commedia che si appresta a recitare?

Tanto. Fu scritta nel 1957 da Faele e Romano per Turi Ferro e poi ripresa quando si formò l’ente Teatro di Sicilia, oggi Teatro Stabile. Rileggendola mi è venuta l’idea, dopo anni, di riproporla perché la trovo particolarmente attuale: è la lotta tra due famiglie che vivono l’avvento epocale della televisione. A quei tempi ci si riuniva nelle case per guardare insieme i programmi. Ricordo che anche i cinema, tra il primo e il secondo tempo di un film, la sera mandavano in onda “Lascia o raddoppia”. Fondamentalmente non è cambiato nulla: allora c’era il caso della televisione, oggi per fare un dispetto al dirimpettaio si utilizzano altri mezzi.

Quanto è cambiato, invece, il mondo del teatro?

Non è cambiato, vive una crisi attoriale. Stiamo assistendo, pian piano, alla scomparsa degli autori che hanno fatto la sua storia e alla nascita di giovani sfornati dalle scuole di recitazione sprovvisti ancora di particolare esperienza. Il pubblico non ha mai smesso di amare il teatro, è invogliato culturalmente ad assistere agli spettacoli, il problema è che lo Stato non partecipa ad incentivarlo.

 


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