PALERMO – L’aveva detto Crocetta: “Voglio vedere chiaramente cosa succede al Consorzio autostrade siciliane dove una società dagli anni Settanta gestisce tutti i servizi di progettazione esterna con un dubbio di grande illegalità”. L’aveva detto. E aveva anche aggiunto: “Revocare questo contratto sarà una delle prime cose che faremo nei prossimi giorni”. Un nodo al fazzoletto che il presidente della Regione siciliana aveva lasciato lì, in bella mostra, perché fosse sempre tra le priorità. E oggi, il nodo, è diventato un faro puntato sul Cas, concessionario dell’Anas per la gestione delle autostrade Messina-Catania-Siracusa, Messina-Palermo e Siracusa-Gela: “C’è una ditta, la ditta Ventura spa di Furnari – ha denunciato oggi Crocetta in conferenza stampa – che ha sempre avuto una informativa antimafia atipica e ha regolarmente lavorato con il Cas in questi anni. Ma come si fa ad assegnare appalti, anche di tre milioni di euro, ad una società che ha una informativa così anomala?”. Ma c’è di più: il Cas avrebbe anche ignorato la decisione del prefetto di Milano che “il 15 gennaio 2013 – ha aggiunto il presidente – verificando che la Ventura spa lavora con l’Expo di Milano, ha verificato i dati della società e trasformato l’informativa atipica in una vera e propria interdittiva antimafia. Anche in presenza di questa informativa il Cas non ha interrotto alcun rapporto. E non solo. Ha assegnato alla Ventura un altro appalto da nove milioni per diciotto mesi di sorveglianza”.
Sugli appalti e le parcelle di casa al Cas, Crocetta parla a ruota libera. Ma si sofferma soprattutto sulla Tecnital da quarant’anni società di progettazione del Cas con parcelle milionarie, “che si è vista – dice – estendere il contratto. Si tratta di un illecito”. Argomento sul quale Crocetta si era già soffermato lo scorso dicembre, commentando: “Diversi dirigenti hanno cercato di revocare questi affidamenti del Consorzio autostrade e stranamente sono dovuti andare via. Una bella chiacchierata con la Procura su questa vicenda non sarebbe una cosa strana, perché si tratta di fatti noti nel palazzo del potere, ma che nessuno denuncia”.
Così le strade di Crocetta e del Cas tornano a incrociarsi per l’ennesima volta.
La prima fu subito dopo il suo insediamento a Palazzo d’Orléans, quando per una vicenda del 2008 riguardante l’assunzione di un dirigente del Consorzio stesso, ha rischiato di dovere rinunciare all’apporto di Patrizia Valenti – rinviata per omissione di atti d’ufficio nell’ambito della stessa vicenda, risalente a quando era lei il presidente del Cas – nella sua giunta. Caso poi rientrato dopo aver respinto le dimissioni, prima auspicate, dello stesso ex dirigente.
La seconda, in occasione della “mini-informata” targata Crocetta. In quel caso, i commissari straordinari passarono da uno a tre: ad Antonino Gazzara, il manager nominato da Lombardo la scorsa estate, in pieno regime di “blocca-nomine” (incarico però confermato dal governo Crocetta) sono stati affiancati Rosario Faraci e Basilio Ridolfo. Il primo, originario di Gela come il presidente Crocetta, è stato chiamato a occuparsi degli aspetti finanziari dell’ente. A Basilio Ridolfo, originario di Messina e considerato molto vicino all’ex segretario regionale del Pd Francantonio Genovese, è stata invece affidata la gestione degli aspetti “tecnici e scientifici” del Consorzio, mentre a Gazzara sono rimaste le competenze riguardanti gli aspetti amministrativi e legali.
La terza occasione di incontro-scontro è stata, invece, dovuta alle concessioni degli autogrill: “Ho scoperto da poco – ha detto Crocetta una ventina di giorni fa – che il Cas da cinque anni non rinnova le concessioni degli Autogrill, che pagano con le vecchie tariffe. Sapete quanto ha perso la Regione in cinque anni? 250 milioni di euro”. Situazione poi confermata dai vertici del Consorzio: “Crocetta ha perfettamente ragione – avevano detto – perché delle 14 aree che abbiamo, solo due sono in scadenza. Tutte le altre sono scadute dal 2004 e dal 2007”.
L’aveva detto Crocetta. Voleva fare luce. E ora che l’interruttore è stato acceso, potrebbe davvero non esserci più spazio per le zone d’ombra.