"A Termini solo auto" | E l'Ikea si tira fuori - Live Sicilia

“A Termini solo auto” | E l’Ikea si tira fuori

''A Termini Imerese deve restare la produzione di automobili e ci opponiamo a qualunque ipotesi di vendita di stoviglie o lampade da tavolo. Su questo la Regione non molla. Il patrimonio di alta professionalita' che negli anni si e' consolidato a Termini Imerese non puo' essere disperso''. Lo ha detto il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, dopo aver partecipato con l'assessore regionale alle Attivita' Produttive, Marco Venturi, al tavolo tecnico sulla questione dello stabilimento Fiat di Termini Imerese, al ministero dello Sviluppo Economico. Intanto l'Ikea, la multinazionale dell'arredamento, ha manifestato interesse per il mercato siciliano ma ha escluso il sito di Termini Imerese. "Secondo la nostra esperienza - fa sapere il gruppo svedese - i punti vendita devono essere situati al massimo entro 10 chilometri dal centro urbano"
Fiat, interviene Lombardo
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Lombardo: “Termini deve continuare a produrre auto”
”A Termini Imerese deve restare la produzione di automobili e ci opponiamo a qualunque ipotesi di vendita di stoviglie o lampade da tavolo. Su questo la Regione non molla. Il patrimonio di alta professionalita’ che negli anni si e’ consolidato a Termini Imerese non puo’ essere disperso”. Lo ha detto il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, dopo aver partecipato con l’assessore regionale alle Attivita’ Produttive, Marco Venturi, al tavolo tecnico sulla questione dello stabilimento Fiat di Termini Imerese, al ministero dello Sviluppo Economico. ”Abbiamo ribadito in questa sede la volonta’ della Regione – ha aggiunto – di investire 350 milioni per le infrastrutture del sito industriale e il potenziamento dello stabilimento Fiat e l’attivazione di misure che consentano sgravi sul costo del lavoro e l’accesso al credito di imposta. Tutto questo sara’ messo nero su bianco entro 10 giorni”. Per Lombardo si partira’ da due punti fermi: ”Il primo e’ il mantenimento della produzione di autoveicoli a Termini; il secondo e’ la garanzia dei livelli occupazionali che devono essere mantenuti, se non aumentati. Ecco perche’ contestiamo il piano industriale che prevede invece l’abbandono di Termini da parte della Fiat”. ”Oggi la Fiat ha ancora una volta ribadito – ha detto l’assessore Venturi – la volonta’ di andare via dalla Sicilia. Ha tuttavia manifestato la sua disponibilita’ a collaborare ad eventuali soluzioni alternative, mettendo a disposizione l’impianto industriale. Noi ci auguriamo di riuscire a far cambiare idea al Lingotto. Tuttavia se questo non fosse possibile confidiamo che Fiat, poiche’ dice di non temere l’eventuale insediamento in Sicilia di un gruppo straniero, mantenga fede agli impegni verbali e di fronte ad una proposta concreta metta a disposizione lo stabilimento ad un prezzo simbolico”.

Ikea esclude interessi
Ikea e’ interessata al mercato siciliano e sta investendo nei lavori per un nuovo centro a Catania, la cui apertura e’ prevista nella primavera del 2011. A seconda dei riscontri che il punto vendita avra’, l’azienda potrebbe valutare nei prossimi cinque anni l’apertura di un ulteriore centro in Sicilia, ma gia’ esclude si possa trattare di Termini Imerese. Lo dice il responsabile della comunicazione di Ikea Italia. ”Attualmente siamo tutti concentrati su Catania – ha spiegato – vediamo come reagira’ il mercato siciliano”. Potenzialmente sul mercato dell’isola in un secondo momento ci potrebbe essere spazio per un nuovo centro del noto gruppo svedese nei pressi di Palermo. ”Termini Imerese sarebbe pero’ troppo lontano – spiegano dalla societa’ – secondo la nostra esperienza i punti vendita devono essere situati al massimo entro 10 chilometri dal centro urbano”.

Marcecaglia: “Non c’è incentivo che tenga”
Si è concluso il tavolo tecnico a Roma. Il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, concorda con l’ad di Fiat, Sergio Marchionne, secondo il quale più che incentivi serve una politica industriale. ”Se si fanno stabilimenti, anche fortemente sussidiati ma che non hanno una ragione economica non c’è incentivo che tenga”, ha detto Marcegaglia, che oggi ha presentato il programma di celebrazione del centenario di Confindustria. ”Termini Imerese è uno stabilimento che non da oggi ha problemi di minore produzione, logistici e di scarsa efficienza. Il tema vero non è quello di obbligare un imprenditore a mantenere uno stabilimento ma di reimpiegare le persone”, ha detto ancora il presidente di Confindustria, ricordano che in queste ore ”si sta ragionando proprio su questo, e c’è anche la disponibilità della Fiat a contribuire. Questo è un atteggiamento giusto. Se a Termini non si produrranno auto – ha concluso – il nostro tema sarà quello del reimpiego”.

Calderoli contro Montezemolo
”Cosa? Se è una barzelletta la dichiarazione di Montezemolo per cui la Fiat, da quando c’e’ lui, non ha ricevuto un euro dallo Stato, allora la barzelletta non fa proprio ridere. Se invece Montezemolo non scherza e parla sul serio allora la faccenda assume contorni ‘sanitari’…”. Lo afferma in una nota Roberto Calderoli, ministro per la Semplificazione Normativa e Coordinatore delle Segreterie Nazionali della Lega Nord. ”Non mi attendevo sicuramente – continua – della riconoscenza, ma la negazione dell’evidenza mi porterà ad assumere, a titolo personale, un atteggiamento completamente diverso e intransigente rispetto a un’azienda, quale la Fiat, che i nostri padri consideravano un’azienda di Stato proprio per via degli interventi statali che ha ricevuto nel corso degli anni”.

Sciopero spontaneo a Termini
I lavoratori dello stabilimento Fiat di Termini Imerese hanno cominciato poco dopo mezzogiorno uno sciopero spontaneo e sono usciti dalla fabbrica per unirsi, nel piazzale, alla ventina di sindaci del comprensorio e all’arciprete, Francesco Anfuso, che stavano manifestando con un sit-in.

La Cisl di Palermo: “La priorità per Termini è restare un polo industriale”
“Da giorni assistiamo a un susseguirsi di proposte per il futuro di Termini Imerese, più o meno strampalate, provenienti da politici di ogni colore e livello o da altri personaggi i cui obiettivi sono solo quelli di conquistare uno spazio su giornali e tg. La priorità del nostro sindacato – dice il segretario generale della Cisl di Palermo, Mimmo Milazzo – è che Termini Imerese rimanga un polo industriale di livello internazionale da sviluppare ulteriormente in futuro”.

Termini non ha futuro
La Fiat non ha più interesse a mantenere alcuna delle sue attività industriali a Termini Imerese. Lo hanno ribadito i rappresentanti dell’azienda intervendo al tavolo tecnico che si sta svolgendo al ministero dello Sviluppo Economico. La Fiat avrebbe poi precisato di essere interessata alla cessione dello stabilimento ma non della tecnologia.

La mobilità
Circa la metà dei dipendenti dello stabilimento Fiat di Termini Imerese ha i requisiti per la mobilità con l’aggancio alla pensione. Lo hanno detto i rappresentanti della Fiat al tavolo al ministero dello sviluppo economico, secondo quanto riferiscono partecipanti alla riunione. Si tratta di 806 persone, su 1658 dipendenti dello stabilimento.

L’azienda: due anni di tempo
”Abbiamo due anni di tempo per trovare le migliori alternative industriali”. Da parte della Fiat ”c’è la massima collaborazione per ridurre l’impatto sociale dovuto allo stop produttivo” di Termini Imerese. Lo ha detto, a quanto si apprende da fonti presenti all’incontro, il responsabile delle relazioni istituzionali del Lingotto, Ernesto Auci, intervenendo al tavolo sullo stabilimento siciliano che si sta svolgendo al Ministero dello Sviluppo Economico.

Parla Montezemolo
“Fiat ha con il governo un rapporto molto chiaro e positivo di dialogo e confronto,così come deve essere”. Lo ha detto il presidente del Gruppo Fiat Luca Cordero di Montezemolo all’inaugurazione dell’anno accademico della Luiss: “Da quando ci siamo noi in Fiat – ha aggiunto – l’azienda non ha ricevuto un euro dal governo. Le scelte industriali, che servono a mantenere competitiva un’azienda, non possono essere disgiunte dal farci carico dei problemi delle nostre persone”.

Comincia il vertice a Roma
E’ iniziato da pochi minuti al ministero dello Sviluppo economico il vertice con la Fiat e i sindacati per decidere il destino dell’impianto industriale di Termini Imerese. Durante la riunione saranno valutate le sette proposte arrivate fino a questo momento al ministero. La maggior parte delle proposte riguarda la mobilità delle persone, ma ci sarebbe anche un’industria cinematografica che ha presentato un suo progetto di sviluppo nell’area siciliana. Dal tavolo tecnico ci si aspettano risposte non solo per la fabbrica che la Fiat ha deciso di chiudere ma per tutto il polo industriale di Termini Imerese. Al tavolo siedono tra gli altri Giuseppe Tripodi, capo del Dipartimento imprese del Ministero e coordinatore della task force per Termini Imerese; Andrea Bianchi, direttore generale Industria del Ministero; Ernesto Auci e Paolo Rebaudengo, rispettivamente responsabile delle relazioni istituzionali e delle relazioni industriali della Fiat; il governatore della Regione Sicilia, Raffaele Lombardo; il sindaco di Termini Imerese, Salvatore Burrafato e i rappresentanti dei sindacati di categoria

Protesta davanti ai cancelli di Termini
I sindaci del comprensorio di Termini Imerese e l’arciprete don Francesco Anfuso oggi effettueranno un sit-in davanti ai cancelli della Fiat per manifestare la propria vicinanza ai lavoratori nel giorno della riunione al ministero dello Sviluppo tra l’azienda e i sindacati, nel corso della quale il dicastero dovrebbe fornire i dettagli delle proposte avanzate da alcuni gruppi industriali e finanziari per la fabbrica siciliana. Il sit-in è previsto per le 10.30. Ieri i sindaci di Termini Imerese (Salvatore Burrafato), di Campofelice di Roccella (Francesco Vasta) e di Petralia Sottana (Santo Inguaggiato) hanno costituito un coordinamento col compito di programmare iniziative di mobilitazione in difesa dello stabilimento. ”Istituzioni locali e mondo ecclesiastico – dicono il sindaco Burrafato e padre Anfuso – hanno fatto una scelta di campo, schierandosi a fianco dei lavoratori della Fiat e dell’indotto. Vogliamo creare un grande movimento che possa indirizzare la vertenza verso un esito positivo, perchè in ballo ci sono 2.200 famiglie e un intero territorio”. ”Se dalla sua parte l’ad Sergio Marchionne ha la Confindustria – conclude Burrafato – gli operai dalla loro hanno i municipi e la Chiesa”. Domani il coordinamento dei sindaci e l’arciprete incontreranno nel municipio di Termini Imerese i segretari territoriali di Fim Fiom e Uilm per fare il punto dopo la riunione al ministero e per concordare ulteriori azioni di mobilitazione.


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