PALERMO – Sui familiari di un magistrato lo 007 sapeva fin troppo. Persino gli spostamenti fuori città. Per un altro pm, invece, le informazioni avrebbe voluto acquisirle dal collaboratore di giustizia Giuseppe Tuzzolino. È quest’ultimo che ha raccontato di essere stato avvicinato da un uomo dei servizi segreti nella località protetta dove vive.
L’agente segreto avrebbe dimostrato di conoscere particolari che riguardano i parenti di Marco Verzera, pubblico ministero in servizio a Trapani. A Trapani come procuratore capo lavora Marcello Viola che tra qualche giorno si trasferirà a Firenze per ricoprire l’incarico di procuratore generale. Il misterioso uomo avrebbe chiesto a Tuzzolino quando era previsto un nuovo interrogatorio con Viola. L’intenzione sarebbe stata di pianificare un agguato. Resoconti tutti da verificare e su cui stanno indagando i magistrati di Caltanissetta che già da tempo hanno aperto un fascicolo di cui fa parte una lettera di minacce indirizzate a Viola, Tuzzolino, Maria Teresa Principato e un finanziere che ha raccolto le confidenze del collaboratore.
I prefetti di Palermo e Trapani, nei giorni scorsi, hanno convocato d’urgenza i rispettivi comitati per l’ordine e la sicurezza disponendo il potenziamento delle scorte per i due magistrati e per Maria Teresa Principato, il procuratore aggiunto di Palermo che coordina le indagini per la cattura di Matteo Messina Denaro. Anche lei sarebbe stata bersaglio di minacce di morte.
Non è tutto perché Tuzzolino ha raccontato di avere ricevuto più di una strana visita. Lo 007 si sarebbe fatto accompagnare da un avvocato, forse romano, legato alla massoneria, che su indicazione del personaggio dei Servizi avrebbe dovuto assumere la difesa di Tuzzolino. Il diktat era che il collaboratore ritrattasse tutte le sue dichiarazioni a cominciare da quelle sui legami fra mafia e massoneria.
Mentre le misure di sicurezza vengono doverosamente rafforzate, tiene banco la valutazione sulla credibilità di Tuzzolino. Investigatori e pubblici ministeri che indagano sulla mafia agrigentina – il collaboratore è originario di Palma di Montechiaro – lo definiscono “inattendibile” e addirittura “fantasioso”. Prudente sarebbe anche la posizione dal procuratore Francesco Lo Voi. Secondo altri, però, ed è il caso della Principato, è giusto battere tutte le piste. Alcune dispendiose come il mancato ritrovamento di un hard disk con le fotografie di Matteo Messina Denaro. Tuzzolino aveva detto di averlo lasciato nella cassetta di sicurezza dell’appartamento che aveva preso in affitto a New York nel 2012. Sembrerebbe inverosimile che il guardingo latitante si sia lasciato fotografare in Spagna, Jugoslavia e Svizzera dove l’architetto sostiene di averlo incontrato.
Tuzzolino, di professione architetto, finì coinvolto in un’inchiesta giudiziaria nel 2013 sul rilascio di una sfilza di concessioni edilizie nel comune di Palma di Montechiaro. Quando le sue dichiarazioni si limitano alla ricostruzione di fatti locali appaiono attendibili. Diventerebbero “fantasiose” quando alzano il tiro, fino a tirare in ballo Matteo Messina Denaro.