ROMA – “Noi a Bucha stimiamo che sia stato ucciso un abitante su cinque di coloro che sono rimasti in città durante l’occupazione dell’esercito russo. Personalmente, come migliaia di miei concittadini, provo odio per coloro che hanno torturato e ucciso i pacifici abitanti di questo posto”. Lo ha detto il sindaco di Bucha, Anatoliy Fedoruk, alla tv ucraina, citato da Unian.
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Nessun corridoio umanitario per l’evacuazione dei civili dalle zone di combattimento in Ucraina sarà operativo oggi, per il secondo giorno, a causa dei “blocchi” e dei bombardamenti russi: lo ha reso noto la vicepremier Iryna Vereshchuk.
E oggi un comandante ucraino ha scritto al Papa per ottenere aiuto. Il maggiore Sergiy Volyna, comandante della 36/a brigata dei Marines ucraini, assediati a Mariupol, ha scritto la lettera a Papa Francesco chiedendogli di intervenire “per salvare la popolazione civile allo stremo nella città”. “Le preghiere non bastano più. Aiuti a salvarli. Porti la verità nel mondo, aiuti ad evacuare le persone e salvi le loro vite”, ha scritto.
Durante il Regina Coeli, Francesco aveva lanciato un nuovo appello alla pace: “Le liti, le guerre, le contese lascino posto alla comprensione, alla riconciliazione”.