Udc-Articolo 4, è scontro |Un altro fronte per Crocetta - Live Sicilia

Udc-Articolo 4, è scontro |Un altro fronte per Crocetta

Maggioranza in frantumi. Il caso Humanitas scatena la rissa tra i centristi e gli ex compagni di partito. Uno scontro che mina alle fondamenta il governo

PALERMO – Non ha avuto neanche una settimana per tirare il fiato Rosario Crocetta. Superato l’ostacolo della mozione di sfiducia, passaggio che è sembrato aver provato il governatore, la sua maggioranza si ritrova solo dopo pochi giorni sull’orlo di una crisi di nervi. È stato il “caso Humanitas” a dar fuoco alle polveri, scatenando un micidiale fuoco incrociato tutto interno al perimetro della coalizione di governo. Lo scontro all’ultimo sangue vede contrapposti in particolare l’Udc e Articolo 4, e mina alle fondamenta la già traballante maggioranza del governatore.

Chi ci ha parlato, racconta che Gianpiero D’Alia è davvero infuriato. Il ministro e leader dell’Udc parla di verifica sulla possibilità di permanenza in giunta dei centristi e mercoledì affronterà la questione con il gruppo parlamentare all’Ars. La vicenda della delibera di giunta che avrebbe garantito 50 posti letto in più alla clinica catanese diretta dalla madre del deputato regionale di Articolo 4 Luca Sammartino. Che proprio con l’Udc è stato eletto all’Ars, e che l’Udc ha mollato insieme al suo mentore politico, Lino Leanza, proprio per dar vita ad Articolo 4. Una scissione dolorosa per il partito di Casini, che si è visto da un giorno all’altro ridimensionato e non solo a Catania, dove addirittura non è riuscito a presentare liste per le amministrative.

Le tensioni tra i due partiti che pescano nel medesimo elettorato sono esplose con la massima violenza proprio sul caso Humanitas. Gli scambi sono stati molto accesi. Totò Lentini, altro fuoriuscito dell’Udc oggi ad Articolo 4, ha attaccato il suo ex leader: “Sono certo che D’Alia troverà il tempo, fra i suoi tanti impegni romani, per dedicare qualche ora in più alla Sicilia”, ha detto. Ma poi è toccato a Lino Leanza in persona tirare la stoccata al ministro, polemizzando su un’altra ferita aperta, cioè la situazione dei precari degli enti locali siciliani, ancora appesi a un filo: “Incredibile come i pregiudizi , la superbia e l’incapacità del ministro D’Alia mettano a rischio i 20mila precari siciliani. Senza parole!”, ha scritto su Twitter (cosa non consueta per lui) il leader di Articolo 4. È chiaro che non si è più alle schermaglie, ma allo scontro senza guantoni.

Il nervosismo è alle stelle, ma nel mirino dell’Udc adesso non ci sono solo gli ex amici di Articolo 4. Anche le mosse di Crocetta (che sul caso Humanitas ha cercato di mettere una pezza) e della giunta non piacciono ai centristi, che martedì, nel corso del dibattito sulla sfiducia, si sono limitati a una blanda difesa d’ufficio in favore del governo, manifestando un’insoddisfazione più che latente. Un fastidio che è stato alimentato anche da altri recenti passaggi, come le nomine dei sovrintendenti ai beni culturali, che all’Udc non sono affatto andate a genio e che in casa centrista si ritiene abbiano premiato troppo altre parrocchie della maggioranza.

Se a tutto questo si aggiungono i ben noti screzi tra il Partito democratico e il Megafono, che sarebbe illusorio ritenere superati del tutto da un giorno all’altro, si ottiene la fotografia di una maggioranza a pezzi. Una premessa non certo incoraggiante in vista dei delicatissimi passaggi d’aula che attendono il governo.


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