Udc, passa la linea Casini |Ex Mpa nei posti chiave - Live Sicilia

Udc, passa la linea Casini |Ex Mpa nei posti chiave

Giampiero D'Alia (nella foto) è il capolista alla Camera dei Deputati per l'Udc, ma al secondo e terzo posto i nomi sono di due fedelissimi di Raffaele Lombardo: Giovanni Pistorio e Salvo di Salvo. Continuano le furiose polemiche sui nomi scelti dai centristi.

Il nodo centrista
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CATANIA – Se ci si fermasse ai primi tre nomi della lista Udc per la Camera, in Sicilia Orientale, sarebbe estremamente difficile stabilire quale sia il partito in questione. Almeno per qualcuno che non ha seguito gli ultimi stravolgimenti interni nel partito e le accese polemiche che hanno portato anche all’autosospensione, per 48 ore, del deputato Regionale Marco Forzese. Nei primi tre posti della lista, infatti – quelli, per intenderci, strategici con l’attuale legge elettorale, per essere certi o quasi di essere eletti – è solo uno il nome che rimanda, direttamente, all’Unione di Centro: quello del senatore Giampiero D’Alia, ex democristiano e centrista di vecchia data.

Al secondo, invece, si trova il nome di Giovanni Pistorio, la cui esperienza nell’Udc è stata di fatto cancellata dall’adesione al Mpa che nel 2005 lo vede diventare addirittura segretario federale del partito autonomista di Raffaele Lombardo. Così come direttamente all’ex presidente della Regione siciliana, anzi a colui che un tempo ne era tra i più fedeli alleati, Lino Leanza, è riconducibile il terzo dei nomi in lista per la Camera dei Deputati, il consigliere comunale Salvo di Salvo, oggi capogruppo dell’Udc a Palazzo degli Elefanti. “Sono molto contento”, è il commento a caldo a LivesiciliaCatania di Di Salvo che, però, non intende inserirsi in alcun modo nelle polemiche che hanno preceduto, e che di certo seguiranno, la presentazione delle liste.

Tocca infatti arrivare al nome posizionato al quarto posto per trovare un altro centrista della prima ora, quel Salvatore Giuffrida, protagonista della contro polemica con il segretario provinciale Salvatore Calogero che aveva sollevato la “questione morale” all’interno dell’Udc catanese. È evidente, e non si spiegherebbe altrimenti, la volontà da parte del partito di Pierferdinando Casini, il deus ex machina di questa fusione, di captare i preziosi voti autonomisti che in Sicilia potrebbero fare la differenza, ma è pur vero che l’Udc potrebbe altresì essere utilizzato, al pari delle altre formazioni che hanno accolto i transfughi lombardiani, compreso il Pdl, come trampolino di lancio per ricostituire l’esperienza Mpa a Roma.

La candidatura di Raffaele Lombardo, capolista per il Pds al Senato, in questo senso, risulterebbe quanto meno provvidenziale. Sempre che il Partito dei Siciliani superi lo sbarramento dell’3 % al Senato.

 


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