Un fondo di solidarietà| a favore delle donne - Live Sicilia

Un fondo di solidarietà| a favore delle donne

Alle battute finali l’approvazione del “Fondo di solidarietà per le vittime di violenza e di maltrattamenti”. Diversi, però, ancora i nodi da sciogliere: la cifra da destinare all’intervento e le perplessità delle Onlus coinvolte.

Consiglio provinciale straordinario
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Alfia Abbadessa

CATANIA – Ad una settimana dalla giornata mondiale contro la violenza maschile sulle donne, il Consiglio provinciale di Catania si appresta ad una seduta straordinaria (convocata per domani, ore 10, presso l’aula consiliare di Palazzo Minoriti) aperta alle associazioni e alle istituzioni tese a garantire la sicurezza sul territorio. Ordine del giorno, il femminicidio e la richiesta di approvazione – da parte del Comitato unico di garanzia – del regolamento relativo al cosiddetto “Fondo di solidarietà per le vittime di violenza e maltrattamenti”.

Su tale regolamento studiato dal Cug – comitato composto da 5 rappresentanti dell’Amministrazione e 5 sigle sindacali (Cigl Fp, Uil Fpl, Csa, Direl e Cisl) – rimangono ancora, però, le perplessità di alcune onlus da anni impegnate a combattere ogni forma di violenza femminile. “I soggetti beneficiari del sostegno legale – spiega Nunziatina Spatafora, presidente del Cug – sono le donne maggiorenni vittime di violenza, residenti nel territorio etneo e con un reddito non superiore al triplo previsto dalla normativa nazionale in materia di patrocinio a spese dello Stato. La Provincia si impegnerà ad istituire una convenzione con il Consiglio dell’ordine degli avvocati di Catania che provvederà a predisporre l’elenco di solidarietà, una lista di professionisti con anzianità di iscrizione all’albo non inferiore ai sei anni e con esperienza nel settore. Tale fondo – aggiunge –  può dunque contribuire, più di molte parole, ad una concreta prevenzione di fatti violenti a danno delle donne”. Ma a quanto ammonterebbe la somma prevista dalla Provincia per tale intervento? “Nel Bilancio di previsione del 2011 si trattava – chiarisce la dott.ssa Alfia Abbadessa (nella foto), consigliere provinciale e promotrice dell’iniziativa – di circa 90 mila euro, ma non sappiamo se il momento critico attualmente vissuto dall’ente possa comportare variazioni sul contributo destinato per l’80% al sostegno di azioni legali e per il restante 20% alla sensibilizzazzione del territorio”.

Sulla bipartizione dell’importo previsto – sempre se sarà confermato proprio quello del Bilancio di previsione – sembra avere qualche perplessità l’avv. Loredana Piazza, presidente del Centro Antiviolenza Thamaia coinvolta nell’iniziativa in maniera marginale. “Siamo giunti a conoscenza dell’istituzione del fondo di solidarietà solo in un secondo momento – confessa l’avv. Piazza – e ciò mi rammarica un po’ considerato il protocollo d’intesa siglato dal 2008 con l’assessorato provinciale alle Pari Opportunità. Voglio dedurre che ciò sia accaduto in buona fede, per i rapporti maturati negli anni più con l’assessorato che con il Consiglio provinciale stesso. Come centro rivolto alla tutela delle donne siamo sempre pronti ad accogliere stimoli esterni protesi al sostegno dell’universo femminile. Ciò non toglie, però, che sulla tematica esistano delle priorità. Nello specifico – continua la presidente – la proposta legislativa con la relativa istituzione di un fondo di solidarietà è stata sviluppata sulla base di un modello già consolidato dal Piemonte, regione differente per peculiarità, storia e criticità dalla nostra. Il voler destinare l’80% ad interventi di natura legale, in base alla mia esperienza di avvocato e presidente dell’Onlus, lo ritengo eccessivo. Nel nostro territorio mancano gli strumenti di base in grado di contribuire, realmente, alla lotta contro tale fenomeno. Occorrerebbe, dunque, rivolgere maggiore attenzione alla formazione di tutti gli operatori coinvolti nel fenomeno, sostenere maggiormente i centri antiviolenza e creare una casa rifugio ad indirizzo segreto, fondamentale per l’incolumità delle donne stesse”. La presidente di Thamaia si sofferma, poi, sul criterio previsto dal regolamento per il reclutamento degli avvocati da inserire nell’elenco di solidarietà: “Non sono sufficienti gli anni di anzianità professionale, nè una completa conoscenza delle norme processuali se non integrate ad una formazione specifica sul fenomeno. Una donna che subisce una violenza non può essere trattata come la vittima di un reato di rapina”.

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