PALERMO – La politica resta in silenzio. Un silenzio assordante. Perché – fatta esclusione per pochissime eccezioni – nessuno ha avuto il coraggio di smentire le accuse lanciate dal presidente della Corte dei Conti, Luciana Savagnone, che all’inaugurazione dell’anno giudiziario ha bollato la classe dei politici siciliani come “corrotta da una smania incontrollata di ricchezza e potere, causa determinante dell’impoverimento dell’intera nazione”. Parole che devono aver colpito.
Ma nessuno ha difeso la categoria, le istituzioni, anzi: c’è chi, tra i politici siciliani, cerca di tirar fuori se stesso dal mucchio, e ne approfitta per condannare gli altri. Solo una voce fuori dal coro: è quella di Antonello Cracolici, parlamentare regionale del Parito democratico, l’unico che ha ricambiato con altrettanta durezza le parole del presidente della Corte dei Conti regionale. “Inaudito – ha detto Cracolici – che si parli così”.
L’ex capogruppo Pd è stato tirato in ballo (indirettamente) anche dal presidente dell’ordine degli avvocati di Palermo Francesco Greco, che ha accusato “i politici che ultimamente frequentano i tribunali” di essersi appropriati di fondi pubblici con modalità “del tutto casalinghe”. Ma il deputato Pd non ci sta ad essere messo nel mucchio, e perciò ha lanciato un monito ai magistrati: “Non diventino parte del qualunquismo, facciano nomi e cognomi”.
Chi, invece, sta dalla parte della presidenza della Corte dei Conti è il governatore Rosario Crocetta. E il presidente siciliano ne ‘approfitta’ anche per riaffermare il “principio guida” di tutte le sue battaglie: la lotta agli sprechi e alla corruzione. “Le critiche? Le condivido – ha detto Crocetta, che alla cerimonia era seduto in prima fila – e aggiungo che sono perfettamente in linea con l’azione del mio governo. In questi mesi ho lottato decine di volte per denunciare le anomalie anche nell’amminstrazione pubblica e nella politica”.
Per i grillini siciliani, poi, le parole della Savagnone non sono altro che “l’ennesima bocciatura di una classe politica cui non resta che una sola cosa da fare: andare a casa”. In una nota, il gruppo del Movimento 5 Stelle all’Ars ha rivendicato la ‘proprietà intellettuale’ dell’idea: “E’ quello che diciamo noi da sempre – hanno scritto i Cinquestelle – , questa classe politica non è in grado di dare risposte alla gente, forse perché le uniche risposte che cerca sono quelle relative ai fatti propri.
Il monito che arriva dalla magistratura contabile è pesantissimo – hanno aggiunto – , fare finta di nulla e continuare a girarsi dall’altra parte, in un momento in cui la gente aspetta il lancio della ciambella di salvataggio per non affogare, non solo non è più possibile, ma equivarrebbe a rendersi complici di un sistema che va cambiato a partire dalle fondamenta. Un fatto è certo, la corruzione dilagante colpisce tutti, tranne che il Movimento 5 Stelle che è e rimarrà il granello di sabbia che prima o poi farà saltare questo ingaggio perverso. A Crocetta chiediamo un atto di responsabilità: faccia un passo indietro, visto che di passi avanti finora non è stato in grado di farne nemmeno uno”.
Un’interpretazione che fa propria anche il capogruppo di Forza Italia all’Ars, Marco Falcone.”E’ vero – ha detto – : da un lato c’è un atto di accusa e censura nei confronti della classe politica. Ma dall’altro c’è un giudizio negativo anche nei confronti di chi ha responsabilità di governo. La relazione del presidente della Corte dei Conti va vista anche come un pungolo appuntito nei confronti di chi oggi ha una responsabilità istituzionale. E saremo noi dell’opposizione a svolgere un ruolo di controllo e indirizzo”.
In prima fila anche lui, accanto al presidente della Regione sedeva il presidente dell’Assemblea regionale, Giovanni Ardizzone. Lui che è sempre stato critico con chi ha cercato di fare della politica e dei politici di tutta l’erba un fascio, stavolta non si è sbilanciato: “Cosa c’è da commentare?”, ha chiesto. Poi ci ha ripensato, e una battuta se l’è concessa: “Sono i politici, semmai, ad essere corrotti – ha affermato Ardizzone -, la politica è altro. La politica è una cosa seria”.
Parole “drammatiche” e che “confermano una terribile verità”, quelle del presidente della Corte dei Conti sono, invece, per il capo dell’Antimafia regionale e parlamentare dell’opposizione Nello Musumeci. Che però fa un distinguo. “Assieme alla politica sporca fatta da corrotti e corruttori – ha detto – ce n’è una pulita che non fa notizia, perché si muove nel dovere del silenzio”.