Il presidente della Regione ha tutto il diritto di non ricevere i giornalisti che gli stanno sul naso. A casa sua. Dentro il Parlamento siciliano il dottor Raffaele Lombardo non può consentirsi, come documentato dai nostri Accursio Sabella e Martina Miliani, di sbattere la porta in faccia alla stampa, sia essa quella di Livesicilia o di qualsiasi altra testata. Non può consentirsi di “armare” la mano del suo capo ufficio stampa, lasciando fuori dall’incontro con i giornalisti una testata che ha fatto dell’informazione libera e senza filtri la sua bandiera. Capiamo l’imbarazzo di Piero Messina dinanzi ad un presidente della Regione preda del nervosismo e della rabbia per una decisione, quella del gip Luigi Barone, che probabilmente non aveva messo in preventivo. Dopo l’imbarazzo, a mente fredda, dovrebbe subentrare un minimo di dignità.
Quel sentimento che dovrebbe portare, sia il governatore Lombardo che il suo capo ufficio stampa, a fare un passo indietro. L’uno, per consentire alla giustizia di andare avanti nelle indagini senza gli inciampi di una pesante carica istituzionale che condiziona le scelte di uomini e partiti. L’altro per tornare ad essere quello spirito libero e coraggioso che conosciamo, non più strumento di opache manovre di palazzo che non gli rendono onore.