E la pantera di Palermo ha già una casa, o meglio una possibile casa.
L’animale gironzola ancora libero e indisturbato e un ente si è già fatto avanti per adottarla una volta che sarà catturato.
La dottoressa Negrini del Centro Tutela e Ricerca Fauna esotica e Selvaggia del Lazio di Monte Adone ha espresso la possibilità di poter ospitare presso la propria struttura la famigerata pantera.
Lo stesso centro sarebbe nelle disponibilità di poter effettuare il trasporto dell’animale dalla Sicilia fino al Lazio. Occorre, adesso, solamente catturla.
Anche ieri, si è registrato un nuovo avvistamento. Alle 16:05 il 1515, il numero di emergenza della Guardia Forestale, ha squillato: dall’altro lato della cornetta il portiere del residence di Poggioridente nella zona Conigliera, il quale ha riferito che alcuni condomini della multiproprietà avrebbero poco prima avvistato l’animale all’interno della struttura del complesso residenziale.
È subito scattato l’allarme che però si è concluso ancora una volta con un nulla di fatto.
Gli uomini del Corpo della Guardia Forestale sul posto non hanno trovato alcuna traccia dell’animale. Quest’ultima segnalazione è apparsa meno priva di riscontri rispetto a quella di ieri dove il proprietario di Villa Cavaretta aveva fornito la propria testimonianza diretta dell’incontro ravvicinato avuto con il temibile felino.
Intanto, ieri alcuni uomini del Corpo Forestale, guidati da Gerlando Mazza, componente del nucleo specializzato Cites, hanno piazzato la gabbia predisposta per la cattura dell’animale in via Bronte.
La gabbia quattro metri per quattro è stata fornita dal Parco delle Madonie che utilizza questo tipo di gabbie abbastanza grandi per la cattura dei cinghiali selvatici.
Tutto o quasi è pronto, quindi, per la nuova strategia di azione. Non più carabine e anestetizzanti per acciuffare l’animale, ma una gabbia con dentro dell’esca.
Mentre la gabbia è già pronta bisogna risolvere il problema del tipo di esca da inserire al proprio interno. Si è optato per un agnello vivo a sua volta all’interno di un’altra gabbia per non sacrificare la povera bestiola.
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