“È tutta una procedura montata ad arte anteponendo le date. Abbiamo operato sempre in ossequio alle norme”. Risponde così l’ingegnere Salvatore Callari al licenziamento da parte di Alfonso Cicero, commissario straordinario dell’Asi di Agrigento, che ha coinvolto anche i suoi ex colleghi Antonino Casesa e Rosario Gibilaro, già sospesi da alcuni mesi.
Callari contrattacca: “Io ritengo di essere ancora il dirigente responsabile dell’ufficio tecnico e sono un ingegnere, laureato a ventiquattro anni al Politecnico di Torino, non un geometra come Cicero. Abbiamo fatto tutti i provvedimenti (oggetto delle contestazioni mosse da Cicero, ndr) il 23 febbraio 2012 quando la comunicazione interdittiva per alcune aziende è stata trasmessa il 15 febbraio 2012. Quindi con solo sei giorni di ritardo”.
Altra precisazione riguarda la sede Asi di “Campobello-Ravanusa”, centro in comodato d’uso gratuito fornito da Sviluppo Italia spa, l’odierna Invitalia: “Ne erano a conoscenza sia il commissario, sia il coordinatore dello staff”. Sul danno erariale Callari precisa: “I lavori dovevano essere fatti con i finanziamenti Por, dotazione che già esisteva nel 2009, che ancora giace in assessorato e che ora deve essere restituita all’Unione Europea”.
Callari continua il suo sfogo spiegando come sia stata creata una campagna stampa finalizzata esclusivamente a far ottenere al commissario Cicero la scorta. “Ho già presenteato delle denunce per diffamazione a mezzo stampa e per abuso grave in atti di ufficio”. “Nessuno ha il diritto di distruggere la serenità delle persone”, ha concluso.