"Mangano resta il mio eroe | Silvio? Mi chiamerà" - Live Sicilia

“Mangano resta il mio eroe | Silvio? Mi chiamerà”

La replica di Dell'Utri
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Dell’Utri non era presente in aula a Palermo al momento della lettura della sentenza, era a Milano. “È una sentenza pilatesca”, ha detto poi all’inizio della conferenza stampa che ha indetto nel capoluogo lombardo, dopo la lettura del dispositivo dei giudici d’appello a Palermo.  “Hanno dato un contentino alla procura palermitana – ha detto  ancora Dell’Utri- e una grossa soddisfazione all’imputato, perché hanno escluso tutto ciò che riguarda le ipotesi dal 1992 in poi”.
“Non farò il ministro”, ha aggiunto il senatore rispondendo a una domanda dei giornalisti sulla provocazione di Antonio Di Pietro.

Marcello Dell’Utri lo aveva detto in passato e lo ha ripetuto oggi: “Vittorio Mangano è stato il mio eroe”. Spiegandolo ai giornalisti che lo hanno incontrato per un commento sulla sentenza della Corte d’Appello che lo condanna a 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa, ha citato anche i fratelli Karamazov, quando Andrej viene presentato come un furfante ma eroe. “Era una persona in carcere, ammalata – ha detto – invitata più volte a parlare di Berlusconi e di me e si è sempre rifiutato di farlo. Se si fosse inventato qualsiasi cosa gli avrebbero creduto. Ma ha preferito stare in carcere, morire, che accusare ingiustamente. E’ stato il mio eroe. Io non so se avrei resistito a quello a cui ha resistito lui”.

“Cercherò il procuratore Gatto e gli farò le condoglianze”: così, scherzando, ha detto il senatore Marcello Dell’Utri commentando la sentenza della Corte d’Appello di Palermo che ha escluso perché il fatto non sussiste l’ipotesi di un suo coinvolgimento nelle vicende che riguardano le stragi dei primi anni Novanta. Su quel periodo, però, secondo Dell’Utri “è giusto indagare ma – ha proseguito – lo si faccia nella giusta direzione, non attaccando cose a persone che non c’entrano niente di niente”.

“Posso dichiarare la mia soddisfazione ma anche il mio stupore, perché il collegio non ha avuto il coraggio di chiudere una vicenda assurda che mi ha cambiato la vita”. Il senatore Marcello Dell’Utri ha così sintetizzato la sua contentezza perché la sentenza della corte d’appello di Palermo ha dichiarato la sua estraneità per i fatti successivi al 1992, ma allo stesso tempo non ha nascosto una certa amarezza per la condanna a sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa che considera immotivata.

Non è dispiaciuto Marcello Dell’ Utri che Silvio Berlusconi non sia intervenuto al suo processo a Palermo, anzi oggi in conferenza stampa ha sottolineato di essere stato lui stesso a dire “a Berlusconi che non bisognava parlare”. “Bisogna applicare – ha detto – l’unica arma da imputato in un processo: avvalersi della facoltà di non parlare”. Dell’Utri non ha ancora sentito il premier. “Si trova in Brasile. Forse sta dormendo – ha detto -. Mi chiamerà”.


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