UnionCamere approva |l'accorpamento a tre - Live Sicilia

UnionCamere approva |l’accorpamento a tre

La proposta è passata con soli 7 voti contrari

Super Camera sudest
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ROMA – Si è conclusa ieri intorno alle 13.30 la riunione romana di UnionCamere in cui è stata votata la “Proposta di rideterminazione delle circoscrizioni territoriali delle Camere di Commercio”. Nella votazione – che è passata con soli 7 voti contrari (tra questi solo due i siciliani: Peppino Giannone, presidente CamCom Ragusa, e Dario Tornabene commissario CamCom Siracusa) e tre astenuti – è compresa la futura situazione camerale siciliana e si stabilisce che, in osservanza alla Legge Madia, le Camere di Commercio siciliane passeranno da nove a quattro confermando uno schema ormai noto da tempo. 1) Palermo ed Enna. 2) Trapani, Agrigento e Caltanissetta. 3) Messina. 4) Catania, Siracusa e Ragusa.

Nessuna nuova insomma. Ciò che era previsto è ciò che – si presume – ci sarà. Eppure la stranezza non manca e si riscontra esattamente nell’accorpamento più battagliero della storia camerale, quello del Sud Est ovviamente. Unico caso tra tutti gli accorpamenti italiani, infatti, a pagina 23 della rideterminazione si legge che si è «in attesa di ulteriori comunicazioni da parte del Ministero dello Sviluppo Economico a seguito della riunione della Conferenza Stato-Regioni del 25.05.2017».

Come se il ministro dovesse ancora riflettere – o fosse proprio invitato a riflettere e proprio da UnionCamere – sulla possibilità che gli è riservata e in base alla quale potrebbe, entro 30 giorni (cioè entro il 24 giugno), portare la proposta di revoca davanti al Consiglio dei Ministri. Una riflessione che dovrebbe comunque fare i conti con la mancata intesa delle Regioni sulla revoca del decreto ministeriale del 25 settembre 2015.

Ragionamenti sagaci e di lana caprina che tengono ancora tutto appeso a un filo, tanto sottile quanto resistente, e che da oggi torna, in qualche modo, nelle mani dell’assessore regionale alle Attività Produttive Mariella Lo Bello. La quale potrebbe decidere di attendere – ancora – prima di convocare il Consiglio della Super Camera proprio per aspettare le decisioni del ministro Carlo Calenda che oltre ad avere i trenta giorni per intervenire sulla questione “catanese”, ha tempo fino al 7 agosto 2017 per ratificare o meno l’insieme degli accorpamenti votati oggi da UnionCamere.

Se la Lo Bello – che ieri era a Roma e non per presenziare alla riunione di UnionCamere – potrebbe decidere che, a fronte di tutto il tempo passato, aspettare altri trenta giorni poco cambierebbe; per le associazioni datoriali che compongono il futuro Consiglio Camerale le possibilità ci sono.

In effetti una la hanno sempre avuta ed è l’autoconvocazione. Che però non è mai stata utilizzata “in nome di un rispetto per le istituzioni” che la cordata di Confcommercio, che attualmente detiene la maggioranza, ha sempre voluto mantenere. Vero è che se il consiglio si fosse già insediato ora avremmo avuto un ente funzionante che sarebbe stato comunque pronto a rispondere per le responsabilità che riguardavano i fatti tutt’ora pendenti davanti alla magistratura. Del resto non è la prima volta, giusto per fare un esempio, che dei Comuni si mettono assieme e poi ritornano nella loro autonomia.

Adesso però la situazione è un po’ diversa. Due Camere di Commercio su tre si sono espresse per iscritto. Le Regioni non si sono messe d’accordo sulla revoca del decreto. La Conferenza Stato-Regioni si è espressa sancendo il valore della non-intesa. E anche le possibilità in mano al ministro sembrano davvero poca cosa e rappresenterebbero, se portate avanti, un atto di forza così unilaterale da sembrare impossibile. Ed eccoci quindi alla conta sulle scale che potrebbe prevedere – e il condizionale dipende solo dalla possibilità o meno di utilizzarli – due dispositivi normativi: 1) l’art. 31 della legge sul processo amministrativo che riguarda le “azioni avverso il silenzio e declaratoria di nullità”. 2) Una diffida per omissioni di atti d’ufficio da mettere in atto tramite l’art. 328 del codice penale e da opporre all’assessore Lo Bello.

Non c’è nulla di ufficiale al momento, ma sembra che una o entrambe queste strade si stiano percorrendo. Non resta che attendere la prossima puntata di questa storia infinita.

 


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