Uomini soli (a fare la spesa) - Live Sicilia

Uomini soli (a fare la spesa)

Chi sono gli uomini soli, anche se felicemente accoppiati? Li riconosci subito tra gli scaffali di un supermercato, mentre cercano il maialino pregiato.

Eugenialate
di
3 min di lettura

Non parlo dei single, degli scapoloni impenitenti, dei viziati, dei bamboccioni, degli impotenti sentimentali che vivono da ventenni e ne hanno quarantacinque. Parlo di quegli uomini che (più o meno) felicemente accoppiati si trovano a dover fronteggiare le complicatissime sfide della vita di tutti i giorni. Alcuni di loro vivono una vita parallela in un mondo parallelo, galleggiano in una bolla dentro alla quale, per miracolo, i calzini scompaiono dal pavimento per riapparire dopo un paio di giorni nel cassetto, dove il frigorifero magicamente si autorifornisce, dove nottetempo il plaid si piega da solo e torna a posto nell’armadio e il bicchierino del limoncello vola nella lavastoviglie tipo le tazzine della Bella e la Bestia, cantando.

Questi qui si riconoscono subito, soprattutto quando li incontri al supermercato, hanno lo stesso inconfondibile sguardo dei bambini il primo giorno di asilo: terrorizzati, spaesati e vogliono la mamma. Si muovono con circospezione tra gli scaffali sapendo di essere inadeguati a svolgere l’arduo compito assegnatogli e l’andatura incerta che li conduce quasi sempre al banco dei salumi dove, nella migliore delle ipotesi, si accorgono di dover prendere il numerino dopo venticinque minuti di inconcludente attesa. Poi si lasciano convincere dal salumiere che no, quello che stanno comprando non è il retro di coscia di un comune maialaccio di Belmonte Mezzagno, ma un pregiatissimo prosciutto di maialino campione di concorsi di bellezza, vissuto sulle più alte cime dell’Hymalaya per soli tre anni due secoli fa, quindi, contentoni, una fetta la pagano mille euro.

Ma questo è niente, riescono ignorare quello c’è sulla lista (forse hanno la vista selettiva come i cani da caccia) e focalizzano la loro attenzione sull’ultimo rigo, quello in cui tu hai ingenuamente scritto “fai tu, per stasera”. E, carucci, carucci, invece di comprare pacchi di pasta, passata di pomodoro e lattuga romana, in tutta morbidezza riempiono il carrello di arachidi, barattoli di olive sott’olio e birra d’importazione. Che ti verrebbe da fargli trovare solo quello a tavola. Loro riescono ad acquistare i prodotti più improbabili ma non è colpa loro, è che sono vittime di quei burloni che ne hanno ideato le pubblicità, tipo che se gli chiedi perché ha comprato surgelati invece del petto di pollo (come tu avevi chiesto) ti risponde “dellepanatinetinnamorerai”. Riescono a trovare alimenti scaduti nell’85, a sceglierli e a portarseli via senza che nessuno li fermi urlando. Riescono a pagare novanta euro due bottiglie di vino, un pacco di patatine in busta e una forma di parmigiano, che se c’eri tu ne spendevi venti e ti compravi pure lo struccanteocchi. Riescono a tornare a casa con una cassa di banane perché non sapendo quantificarne il peso chiedono al fruttarolo se per cortesia possono avere “dieci euro di banane grazie” (e questa è una storia vera, ancora ricordo l’espressione di mia madre quando mio padre aprì il portabagagli).

Quando questa figura combacia con quella del papà poi, sono ancora più teneri. Tengono per mano quei bambini e non si capisce bene chi porti a spasso chi, dei due. Non hanno idea di cosa fare, di cosa proibire o permettere. Ma il massimo è, in coda alla cassa, sentire conversazioni tra un papà ed un cinquenne: ‘papi, mi dai l’uovochinder?’ ‘ma stiamo andando a cenare, poi mangi a tavola?’ ‘sì tranquillo mamma me lo compra sempre’ ‘ah, allora ok’. Soprattutto quando si fuoriesce dalla sfera del reale, il papà che chiede consigli al cinquenne: ‘Senti ma… la mamma di solito compra questo o questo?’.


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