Valentina uccisa dal figlio 14enne a Catania, arriva la Cassazione

Valentina uccisa dal figlio 14enne, arriva l’ora della Cassazione

La Suprema Corte deciderà il 16 novembre

CATANIA. Arriva l’ora del verdetto finale. I giudici della Suprema Corte di Cassazione hanno fissato per il prossimo 16 novembre il giorno dell’udienza finale del processo per l’omicidio di Valentina Giunta. A soli 32 anni, fu pugnalata a morte del figlio quattordicenne. Era il 25 luglio 2022. La scena del delitto, una casa a San Cristoforo. E a meno di un anno e mezzo dal delitto, i tre gradi di giudizio per quel ragazzo si chiuderanno il 16 novembre.

L’udienza

Sarà il giorno della verità. I giudici, si ricorda, hanno sentenziato che quel ragazzo, reo confesso, l’ha assassinata a sangue freddo, senza scrupoli. Il delitto sarebbe stato commesso perché il minore non voleva che sua madre lo allontanasse dal padre. Questo ha portato alla mancata concessione delle attenuanti e una pena di 16 anni. La sentenza, ovviamente, è stata emessa dal Tribunale, poi dalla Corte d’appello, per i minorenni.

Le attenuanti

La difesa del ragazzo però l’ha impugnata e si andrà dunque a Roma. I giudici di Piazza Cavour decideranno dunque tra poco più di un mese. Il ricorso è stato presentato dall’avvocato Francesco Giammona. Il legale non contesta la responsabilità penale dell’assassino, ma la mancata concessione delle attenuanti, che potrebbero determinare un considerevole sconto di pena.

La ricostruzione

La ricostruzione che diede l’assassino del delitto, si ricorda, fu agghiacciante. Provò a giustificarsi dicendo che era stata per prima sua madre a prendere in mano un coltello dicendogli “Se non torni con me…”; pur senza formulare alcuna minaccia specifica. E poi aggiunse: “Io le toglievo ii coltello dalle mani e la colpivo. Io potevo andare via anche perché lei era mi girava le spalle e cercava di allontanarsi, invece io continuavo a colpirla alla schiena”.

L’autopsia

Dopo questa testimonianza, il giudice di primo grado, Rosalia Castrogiovanni, sentenziò che la versione del ragazzo sarebbe “non certa e anche poco verosimile”. Per disarmare la madre, “avrebbe dovuto riportare qualche ferita nelle mani”. Non riportò nessuna ferita. Secondo il medico legale, Valentina sarebbe stata colpita “con un’arma da punta e taglio al collo, al fianco e alla spalla sinistra che le ha cagionato la lesione di grossi vasi sanguigni, con shock emorragico che ne ha determinato la morte”.

Le indagini

L’inchiesta sul delitto è stata condotta dalla Squadra Mobile di Catania, sotto il coordinamento della Procura etnea. La difesa, va ricordato infine, ha sempre puntato sullo stato emotivo del ragazzo, sui giorni antecedenti al delitto e sulle tensioni tra la madre e il padre. Il corpo di Valentina Giunta fu trovato dalla polizia nella sua casa. I poliziotti della sezione Volanti erano intervenuti su segnalazione della sorella della vittima, che temeva fosse in pericolo.


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