PALERMO – In un edificio abbandonato in via Ernesto Tricomi, a pochi passi all’ospedale Civico di Palermo, erano state ammassate cataste di legna, pedane e mobili vecchi.
Tutto pronto per essere bruciato nelle vampe di San Giuseppe. Non hanno fatto in tempo per l’intervento della polizia.
Sono stati giorni di superlavoro per le forze dell’ordine impegnate nel piano per arginare il fenomeno.
Vampe, le indagini
Poliziotti, carabinieri, finanzieri, vigili urbani e del fuoco, operai della Rap non solo si sono occupati di individuare e spegnere decine di incendi, ma hanno anche fronteggiato le sassaiole.
Giovani incappucciati hanno lanciato pietre, bottiglie e bombe carta contro uomini in divisa e operai.
Le cataste sono state individuate anche in vicolo Celso, via dello Speziale e via Carmelo Lazzaro.
Le fermate degli autobus sono diventati punti di raccolta. Così come l’edificio abbandonato ma chiuso con dei lucchetti. Dentro erano state ammassate centinaia di porte, bancali, pedane, travi, cassette, mobili.
Nel frattempo a macchia di leopardo partivano le vampe. Gli incendi sono stati spenti in piazza Sant’Anna al Capo, via Nicolò Spedalieri, via Lazzaro, via Tricomi, via Li Puma (dove ha preso fuoco una palma in un’area condominiale), via Di Vittorio, piazza Scaffa, Ponte dell’Ammiraglio, via Tiro a Segno, via Placido Rizzotto, a Sferracavallo e nell’area antistante al castello della Zisa.
E sempre alla Zisa la fitta sassaiola ha danneggiato alcune macchine parcheggiate.
Le telecamere del Gabinetto regionale della polizia scientifica ha filmato le scene. Alcuni tra coloro che hanno partecipato alla guerriglia sono stati identificati dalla squadra mobile. Altri potrebbero esserlo presto.