E’ stata nuovamente riposizionata la lapide sull’altarino che i genitori di Vanessa Scialfa, uccisa il 24 aprile 2012 dal fidanzato nell’Ennese, avevano fatto erigere in memoria della vittima di ‘femminicidio’. La stele si trova ai margini della miniera di Pasquasia, dove Francesco Lo Presti, che allora aveva 21 anni, aveva gettato il corpo. Nel novembre del 2020 ignoti l’avevano distrutta, probabilmente a colpi di martello. Oggi lo sportello Diana dell’associazione Contro tutte le violenze (Cotulevi) l’ha rimessa al suo posto.
I genitori: “Non possiamo dimenticare”
“Non possiamo e non dobbiamo dimenticare – dice la referente dello sportello Diana di Enna dell’associazione Cotulevi, Eleanna Parasiliti Molica -né Vanessa, né le altre donne morte per mano di un uomo, come Loredana Calì, uccisa a Catenanuova il primo aprile del 2019. E’ ancora lunga la strada da fare, tra pregiudizi e comportamenti da cambiare”. “Il 5 novembre scorso – ricorda l’associazione – la Corte d’assise d’appello di Caltanissetta ha confermato la pena di 30 anni di reclusione per Filippo Marraro, l’ex marito di Loredana Calì dopo che l’avvocato dell’imputato, che aveva proposto l’appello e chiesto l’esclusione di alcune associazioni come parti civili, nell’arringa finale aveva pure fatto riferimento al vecchio ‘delitto d’onore’ per spiegare il motivo per cui l’uomo, spinto dalla gelosia, aveva ucciso l’ex moglie”.