Vedi la Circonvallazione e poi... | Essere automobilisti a Palermo - Live Sicilia

Vedi la Circonvallazione e poi… | Essere automobilisti a Palermo

Il mestiere più brutto del mondo: automobilisti nella trappola di Palermo.

Caro e sventuratissimo automobilista palermitano, il prossimo lunedì a quale corteo funerario parteciperai? Quale sarà l’Odissea che ti vedrà involontario protagonista? Accetterai il fato dell’immobilità con rassegnazione, o protesterai contro gli dei tranquillamente assisi a Palazzo delle Aquile, come sopra un imperscrutabile Monte Olimpo?

Goditi queste ultime ore di relax del week end accanto al focolare domestico faticosamente riguadagnato, come Ulisse tornato nel suo nido di Itaca. Goditi il campionato, la moglie, i figli, la pizza a domicilio, il mare di Mondello, le brioscine col tuppo ripiene di gelato. Ché da lunedì si ricomincia. E Palermo, strangolata di macchine e tubi di scappamento, di clacsonate ringhianti e di volti arcigni riflessi nello specchietto retrovisore, ti apparirà per ciò che è: una gigantesca e lentissima marcia funebre con i suoi tempi di accompagnamento nell’ingorgo. Per ogni strada – legge non scritta e perfettamente efficace è – c’è, infatti, un tappo insormontabile.

Andrai verso la Circonvallazione, sfortunatissimo amico? Sappi – per tornare al mito di Omero – che essa è come la Maga Circe che stregò proprio Ulisse: una volta che ti afferra tra le sue spire, ti circuisce con un incantesimo, per non mollarti più. Dunque, procederai al ritmo sincopato dei parenti che accompagnano il caro estinto verso l’ultima dimora terrena. Un passettino qua. Un cambio prudente in seconda lì. Una frenata. Un altro passettino. Un’altra seconda ingranata con la speranza frustrata della liberazione. Una frenata. Stop.

I miti contemporanei della Circonvallazione di Palermo compongono storie di splendide amicizie intrecciate, da perfetti sconosciuti che si consolavano da un finestrino all’altro. Qualcuno si sarebbe perfino fidanzato per interposto sportello, complice l’immobilità.

Di sicuro, tutti-tutte hanno il tempo di rifarsi il trucco, di ripassare il testo per l’esame universitario, di meditare sulle sorti del mondo, mentre il ‘ciaffico tentacolare’ dello zio di Johnny Stecchino si invera in nemesi e profezia. Più che una Circonvallazione, una scuola filosofica, un monumento all’umana sopportazione, un facebook non più virtuale, con chat incorporata a viva voce e clacson in sì bemolle, dove le facce appartengono ai tapini crollati sul volante in tanto mortorio, senza nemmeno la consolazione della marcia funebre di Chopin, in sottofondo (Giusto Catania, facci un pensierino: perché non organizzare un sistema di filodiffusione?).

Oppure – automobilista che sudi freddo ad agosto, riflettendo sull’inizio della settimana, sul rientro, sulla riapertura delle scuole – ti troverai coinvolto nel ritrovo cimiteriale che si apparecchia al porto, nell’ora degli imbarchi centellinati da implacabili e scrupolosi controlli. Anche qui: un passettino e una frenata, una frenata e un passettino. Stop. E nessuno che metta in piedi un servizio di bar istantaneo, per dare ristoro. La coreografia della danza dei reclusi è dell’assessore comunale all’Immobilità – qui, come altrove –, un simpatico e onesto comunista per cui “due gambe buono, quattro ruote cattivo”.

Così, tutta Palermo – con i suoi interminabili cantieri, con gli accadimenti improvvisi, con le pedonalizzazioni affastellate senza un criterio che non sia il lustrino della retorica – somiglia a una prigione; anzi – sempre per tornare al mito – all’antro di Polifemo, il gigante con un occhio.

Solo che tu – disperato Ulisse palermitano – non riesci mai ad evadere, mentre il sindaco e l’assessore all’Immobilità in ogni occasione propagandano la grande rivoluzione culturale che starebbero regalando alla storia e – bontà loro – ai cittadini asserragliati in un recinto. Sicché questa non è nemmeno più una città: è un penitenziario, un funerale che si celebra ogni giorno. E’ un’Itaca occasionale in cui rintanarsi nei fine settimana, prima che sia di nuovo Odissea.

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