Ventiquattrenne ucciso | Due fermi, il giallo - Live Sicilia

Ventiquattrenne ucciso | Due fermi, il giallo

Salta fuori una pista che porterebbe alla droga. Ma la replica è decisa.

LUCA SACCHI
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2 min di lettura

ROMA – I due responsabili dell’omicidio di Luca Sacchi, ventiquattrenne colpito alla testa da un proiettile mercoledì sera e morto ieri in ospedale, ora avrebbero un volto. Oggi infatti sono stati fermati due ventunenni romani di San Basilio, Valerio Del Grosso e Paolo Pirino: gli inquirenti sospettano possano essere stati loro a sparare al personal trainer davanti a un locale nel quartiere Colli Albani, per poi fuggire su una Smart bianca. Al momento sono in carcere e devono rispondere dell’accusa di concorso in omicidio. Dietro l’omicidio, inoltre, potrebbe non esserci solo il tentativo di sventare uno scippo ma anche una vicenda legata alla droga.

La dinamica

Secondo le prime ricostruzioni degli inquirenti, Sacchi e la sua ragazza Anastasia Kylemnyk avrebbero preso contatti coi presunti omicidi per acquistare droga. Del Grosso e Pirino però avrebbero notato che lo zaino della giovane conteneva molto denaro, quindi anziché consegnare lo stupefacente avrebbero deciso di rapinarla. Gli aggressori l’avrebbero colpita con una mazza, poi abbandonata e ritrovata dalle forze dell’ordine, e Sacchi sarebbe intervenuto per difenderla; poi avrebbe rincorso i due rapinatori, ma uno dei due avrebbe estratto la pistola sparandogli alla testa. L’arma non è stata ancora ritrovata.

La fidanzata e la famiglia replicano

La droga? Non c’entra niente – sostiene la ragazza di Sacchi –. Luca era lì per guardare il fratellino piccolo che si trovava nel pub”. La giovane racconta ai microfoni del Tg1 che “Luca non ha mai incontrato gli spacciatori”, e precisa: “Non ho visto e sentito nulla. Ho sentito solo la voce di un ragazzo romano e giovane. Mi ha detto ‘dammi sto zaino’. E Luca mi ha protetto come ha sempre fatto: l’ha messo a terra e forse per questo si sono spaventati”. Che Sacchi non fosse coinvolto in questioni di droga lo sostiene categoricamente anche la famiglia, tramite il legale Domenico Pavone: “Prima di donare gli organi, come è stato scelto dalla famiglia, l’ospedale ha effettuato tutti gli accertamenti clinici e tossicologici – spiega l’avvocato -, che hanno dato esito negati e dunque si è proceduto all’espianto. Luca era un atleta, naturista e salutista e non usava nulla che potesse danneggiare il suo equilibrio sia nell’animo che nel corpo”.

La denuncia della madre di un sospettato

Ad avvisare le forze dell’ordine del coinvolgimento di uno dei due presunti responsabili sarebbe stata la madre; il ragazzo ha già precedenti di droga, così lei e il marito avrebbero subito considerato la possibilità che fosse uno dei protagonisti della vicenda. L’altro giovane, stando alle indagini condotte congiuntamente da polizia e carabinieri, avrebbe precedenti per reati minori.

Il commento del capo della polizia

“Gli accertamenti che l’autorità giudiziaria disvelerà quando riterrà opportuno non ci raccontano la storia di due poveri ragazzi scippati”, commenta il capo della polizia Franco Gabrielli, che però chiede di tenere “sempre ben presente, non vorrei essere equivocato, che stiamo parlando della morte di un ragazzo di 24 anni”.


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