CATANIA – Myrmex: i timori dei sindacati. Lo scorso mese Il laboratorio di ricerca tossicologica Myrmex sarebbe potuto passare in mano a nuovi e qualificati proprietari, ma per motivi non ancora chiari agli interessati non sarebbe stato mostrato il laboratorio ma solo una planimetria. Inoltre, da un articolo di stampa on line sembra che il CNR abbia nuovamente avanzato la possibilità di acquistare il laboratorio in un contesto speculativo che non terrebbe conto dei lavoratori. Ad aggiornare sulle novità della vertenza Myrmex sono la Cgil e la Filctem Cgil di Catania, che in una nota firmata dal segretario generale della Camera del lavoro Giacomo Rota e di Margherita patti, e dei segretari Filctem, Giuseppe D’Aquila e Giovanni Romeo, chiedono chiarimenti su due fatti che “sconcertano i lavoratori”.
Nei prossimi giorni, Cgil e Filctem accompagneranno i lavoratori verso una nuova stagione di protesta, a partire da un sit-in all’ESA dove alla Regione sarà chiesto di sbloccare la trattativa e di impugnare la delibera regionale che prevede la possibilità che una volta scaduti i termini di salvaguardia occupazionale, la Myrmex possa essere rivenduta al prezzo simbolico di un euro. “Il mese scorso siamo venuti a conoscenza del tentativo di trattativa di un imprenditore, Roberto Giusti dell’azienda Prestafarma che opera in Tunisia ma con commesse a livello internazionale. Giusti avrebbe presentato all’ amministratore Gian Luca Calvi una proposta congrua da prezzo di mercato, consegnando una lettera d’interesse per rilevare il laboratorio. Ci risulta però che l’imprenditore, dopo aver preso appuntamento con Calvi per visitare l’immobile e aver preso un aereo da Istanbul, non è stato fatto entrare in laboratorio. Al potenziale compratore è stata solo consegnata la planimetria.
In data 5 luglio è stato inoltre pubblicato un articolo sulla testata “Il Foglietto della ricerca” * che riporta la volontà del CNR di acquisire il laboratorio, sebbene già in passato tale tentativo fosse stato bloccato dal presidente della Regione Crocetta. Al CNR, infatti, era stato ricordato che sull’immobile incombeva il destino dei lavoratori ed il vincolo della delibera regionale. – si legge nella nota- Siamo dunque profondamente sconcertati dal fatto che un organismo istituzionale come il CNR si possa inserire in una vicenda come questa, di certo dai contorni poco etici e che da parte di Myrmex si connota sempre più come un’operazione di “mero profitto”, per usare eufemismi. Lavoratori e sindacato non accetteranno mai che la vertenza Myrmex si possa concludere con un’azione speculativa malgrado esista, e non solo in teoria, l’opportunità di rilancio del centro”. La storia della vertenza Myrmex è complessa e conta già parecchi capitoli e colpi di scena. Nel 2010 la Myrmex acquisì ad 1 euro il laboratorio di ricerca Pfizer con 80 ricercatori; acquisizione suffragata da una delibera di giunta regionale che garantiva l’occupazione dei lavoratori e che prevedeva, qualora si fosse dimostrata l’inadempienza dell’imprenditore, di avvalersi della restituzione dell’immobile con la sue innovata attrezzature per venderla ad un altro valido imprenditore. Ma nel febbraio 2016, e dopo due anni di cassa integrazione, l’azienda chiude ponendo in mobilità i suoi dipendenti. Insieme ai sindacati, i ricercatori decidono di costituirsi in cooperativa poichè credono che il laboratorio e il suo know how non possano essere persi a fronte di una manovra di pura speculazione. Collocati in mobilità, i lavoratori hanno già investito 13 mila euro per i costi della cooperativa e per l’acquisto di azioni del parco scientifico diventandone soci.