Da due mesi guidano le Partecipate | Ma nessuno ha stabilito il compenso - Live Sicilia

Da due mesi guidano le Partecipate | Ma nessuno ha stabilito il compenso

Nessun ufficio ha fissato il trattamento economico dei nuovi amministratori di Rap, Amat e Amg.

PALERMO – Disallineamenti, bilanci da approvare, crediti da stralciare, dipendenti da rassicurare. Non si può dire che siano stati mesi facili per gli amministratori unici delle società partecipate del comune di Palermo, nominati a inizio agosto dal sindaco Leoluca Orlando e chiamati a gestire, specie nel caso di Mario Butera all’Amg, Giuseppe Norata alla Rap e Michele Cimino all’Amat, società complesse e dai molti problemi.

Una conduzione che al momento è in “solitaria”, visto che non sono stati ancora creati i consigli di amministrazione: in pratica, le varie aziende sono affidate a una singola persona che si fa carico di tutti i problemi e si assume tutte le responsabilità. Un incarico in alcuni casi assai oneroso e impegnativo, ma che al momento è tutto a costo zero per il Comune.

Sul sito internet di Palazzo delle Aquile, infatti, alla voce “Amministrazione trasparente” dovrebbero essere pubblicati i compensi di tutti gli amministratori, ma alla casella “Trattamento economico” spunta uno zero per certi versi eclatante. E se per l’amministratore di Reset, Antonio Perniciaro, la cosa è normale visto che svolge il ruolo a titolo gratuito, non lo è per tutti gli altri. Nei provvedimenti di nomina, inoltre, non si fa alcun accenno al compenso di Butera, Norata e Cimino, così come a quelli di Maria Prestigiacomo all’Amap e di Francesco Randazzo alla Sispi. Ma come è possibile? Semplice, gli uffici del comune di Palermo non hanno ancora stabilito quale debba essere la retribuzione degli amministratori che quindi, dalla loro nomina a oggi, non hanno ricevuto nemmeno un euro.

Una vicenda singolare e anche imbarazzante per Palazzo delle Aquile: la competenza prima era degli uffici del Capo di Gabinetto ma ad agosto, con una delibera, è passata al Settore Partecipate che però è oberato di lavoro. Il risultato è che dopo due mesi nessuno ha ancora stabilito la cifra dei compensi e quindi il Comune non ha pagato niente a nessuno. Ma la cosa rischia di avere anche altri risvolti: se non si stabilisce il compenso dell’amministratore unico, non si può verificare se la costituzione di un cda sia economicamente vantaggiosa o meno. In pratica, anche la nomina dei consiglieri è in qualche modo rallentata dalla mancanza di chiarezza sugli stipendi.

C’è da dire però che la questione è complessa anche a livello nazionale: il Testo unico sulle partecipate ha previsto cinque fasce per i compensi, la cui quantificazione è demandata a un decreto ministeriale non ancora emanato, e la vecchia norma è stata addirittura abrogata, con tesi contrapposte su quale sia l’orientamento da seguire. Una situazione transitoria, quindi, a cui si poteva ovviare attenendosi a quanto fatto per i precedenti amministratori, anche se al momento tutto sembra fermo.

“La determinazione dei compensi degli amministratori è un problema che sta affrontando anche l’Anci a livello nazionale – dice il presidente della commissione Aziende di Sala delle Lapidi, Paolo Caracausi (Idv) – E’ un problema comune a tutti, ma il fatto che a Palermo non sia stato indicato l’importo sta comportando non solo il fatto che gli amministratori non hanno ancora ricevuto nulla, ma anche il mancato insediamento dei cda che invece, al completo, dovrebbero lavorare sui piani industriali e sul rinnovo dei contratti di servizio”.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI