Vi ricordate Cammarata? | Ecco il suo piano per la Gesip - Live Sicilia

Vi ricordate Cammarata? | Ecco il suo piano per la Gesip

Ripreso dal commissario Latella
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Un piano datato 9 giugno 2011 e redatto dai vertici del comune di Palermo sotto l’input dell’allora sindaco Diego Cammarata. Una proposta finita sul tavolo interministeriale romano che avrebbe dovuto risolvere i problemi di tutte le società partecipate della quinta città d’Italia, ma che si è arenato appena la Protezione civile, lo scorso luglio, ha dato il via libera ai 45 milioni di euro utili all’ennesima proroga per la Gesip.

E’ questa la storia del piano targato Cammarata, finito nel dimenticatoio e ripescato dal commissario Luisa Latella che ieri, durante l’incontro con i sindacati impegnati nella protesta per la salvezza della Gesip, lo ha illustrato ai rappresentanti dei lavoratori. Già, perché quel piano, almeno fino ad oggi, era rimasto “riservato”, lontano da occhi indiscreti, mentre oggi viene ripreso dall’ex prefetto di Vibo Valentia per essere corretto alla luce dei risultati delle interlocuzioni avute a Roma presso il ministero degli Interni. Dal momento che i sindacati hanno rigettato con forza l’idea di privatizzare, così come suggerito da Confindustria anche se non sono mancate le contestazioni sui dati forniti dall’associazione degli imprenditori, l’unica via sembra quella di rimettere mano a quel piano.

Ma cosa prevede la proposta formulata l’anno scorso? Anzitutto la mobilità fra le società, grazie a una deroga alla legge, salvo però bloccare per cinque anni assunzioni, avanzamenti di carriera e aumento delle ore per i part time. In questo modo, riallocando 30 unità della Gesip “ad un costo medio unitario di 28.000 euro – si legge nel piano – si avrebbe un risparmio annuo, a decorrere dal 2013, di 840.000 euro e strutturale, dal 2018, di 4,2 milioni”. Le società, inoltre, dovrebbero bloccare le retribuzioni di tutti i dipendenti, dirigenti compresi: anzi, gli stipendi superiori ai 90.000 euro lordi annui “sono ridotti del 5% – continua il piano – per la parte eccedente fino a 150.000 euro” e oltre questa soglia del 10%. E non potranno esserci aumenti, rispetto ai salari del 2010 (anno di riferimento della proposta) risparmiando, così, 33 milioni in cinque anni.

Sempre nel quinquennio di riferimento, inoltre, il blocco delle assunzioni di qualunque tipo o del passaggio a full time permetterebbe, grazie ai prepensionamenti, di diminuire la forza lavoro di 1270 unità consentendo di risparmiare sette milioni. Ma come finanziare i prepensionamenti? Grazie alla dismissione degli immobili e alla vendita delle partecipazioni azionarie (leggi 49% delle azioni Amg in mano all’Amia) che porterebbe nelle casse del comune 64 milioni: soldi che permetterebbero, per il triennio 2014-2016, di pagare il 70% dello stipendio a coloro a cui mancano quattro anni per il raggiungimento del 65esimo anno di età o dei 40 anni di contributi (anche se il piano andrebbe aggiornato alla manovra Salva-Italia). La norma riguarderebbe 400 dipendenti e comporterebbe un risparmio di 10 milioni, di cui uno per la Gesip. A questi andrebbero aggiunti l’applicazione del contratto collettivo nazionale del comparto regioni-enti locali (per un risparmio di 770.000 euro) e l’applicazione di esoneri dal servizio, trattamento del biennio oltre il compimento del limite massimo di età (65 anni) e risoluzione del rapporto di lavoro per coloro che hanno raggiunto l’anzianità contributiva di 40 anni, per un risparmio stimato in 1,4 milioni nel primo anno e 718.000 nel secondo.

Capitolo del sostegno al reddito: la Gesip risparmierebbe 14 milioni se 1700 lavoratori lavorassero il 30% in meno del loro monte ore, rimborsato mediante gli assegni erogati dallo Stato, o 24,5 milioni nel caso in cui la riduzione fosse del 50%. Per lo Stato si tratterebbe di spendere 7,3 milioni nel primo caso e 12 nel secondo. Infine il credito d’imposta; applicandolo anche alla Gesip, si otterrebbero aiuti per 10 milioni.

A conti fatti, quindi, il piano Cammarata permetterebbe di risparmiare una cifra che oscilla fra i 77 e i 90 milioni di euro su una spesa totale annua di circa 300, sempre che tutti i soggetti coinvolti (ovvero Regione, Stato e Ue) dicano di sì e che tutto si adegui alla nuova normativa vigente. Riuscirà il commissario a trovare un compromesso con i sindacati e a salvare un sistema-servizi che ultimamente fa acqua da tutte le parti?


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