Si chiamerà Banca del Mezzogiorno ed ha appena ricevuto il via libera del Consiglio dei ministri. Nasce così l’istituto di credito voluto dal ministro dell’Economia, Giulio Tremonti con un obiettivo: incrementare la disponibilità del credito destinato al Sud. “L’idea di fondo – ha spigato il ministro – è che il Sud è l’unica regione in Europa che non ha una banca propria regionale”. Una anomalia che il Governo ha deciso di colmare con una sorta di riedizione della Cassa per il Mezzogiorno a differenza della quale, però, particolare di non poco conto, raccoglierà i propri capitali dal mercato e non dal pubblico. In particolare, il provvedimento rafforza una serie di strumenti tradizionali, dal finanziamento bancario alla garanzia dello Stato, dall’emissione di obbligazioni “di scopo” con interessi tassati del 5% al sistema di rete degli sportelli di banche e Poste sul territorio. E questo è un altro passaggio cruciale. La nuova banca, infatti, rappresenterà il nodo di una rete di banche locali che potranno aderire all’iniziativa acquistando le azioni della Banca, oltre alla rete di sportelli di Poste italiane. “Le banche aderenti – secondo quanto previsto dal ministero – dovranno affiancare il marchio della Banca a quello proprio nel caso di attività comuni”. Non ci saranno quindi filiali con la dicitura “Banca del Mezzogiorno”, ma il marchio si accosterà alla rete degli sportelli che aderiranno all’iniziativa. Per favorire nuovi impieghi da parte delle banche aderenti, la Banca potrà anche acquistare mutui a medio-lungo termine di pmi del Mezzogiorno. Lo Stato resterà socio fondatore dell’istituto, ma non oltre un quinquennio e con un inciso: “la partecipazione pubblica non può in nessun caso e in nessun momento rappresentare la maggioranza delle azioni sottoscritte”.
“Lo Stato avrà il ruolo del socio promotore – ha detto Tremonti -, ma la Banca del Mezzogiorno non può diventare ‘un carrozzone’ anche perché l’Unione europea non lo consente”.
Ora il confronto si sposterà in Parlamento, dove potrebbero essere apportate alcune modifiche che tengano conto, almeno in parte, delle critiche dei “sudisti”. Al tempo stesso, il Cdm ha affidato al ministro dello Sviluppo Claudio Scajola il compito di coordinare i ministri interessati al Piano per il Mezzogiorno. Soluzione che però sembrerebbe continuare a non convincere i ministri dissidenti, Raffaele Fitto (Affari regionali) e Stefania Prestigiacomo (Ambiente)
La cautela di Lombardo
La Banca del Sud? Raffaele Lombardo, governatore della Sicilia, non si scompone. “Vedremo di che si tratta – dice -. Faremo le nostre valutazioni alla luce delle carte che leggeremo e soprattutto dei progetti e delle prospettive”.
(foto tratta dal sito www.manageronline.it)