Sarà processato col rito abbreviato Fabio Tranchina per il suo ruolo nella strage del 19 luglio del 1992, in via D’Amelio a Palermo, in cui morirono il giudice Paolo Borsellino e cinque agenti della sua scorta. Lo ha deciso il Gip di Caltanissetta, Livio Conti, che ha accolto la sua richiesta e ammesso la costituzione di parte civile dei familiari delle vittime. La prima udienza si terrà il prossimo 18 ottobre. In aula a rappresentare l’accusa era i sostituti della Dda nissena Nicolò Marino e Stefano Luciani.
Tranchina, che ha avuto un ruolo anche nel sequestro e nell’uccisione del piccolo Giuseppe Di Matteo, era l’autista del boss Giuseppe Graviano al quale, secondo l’accusa, avrebbe comprato i telecomandi utilizzato per fare esplodere l’autobomba. “Più volte Graviano prima mi fece passare da via D’Amelio riaccompagnandolo e io non capivo – ha ricostruito il collaboratore nelle sue precedenti dichiarazioni – cosa dovesse vedere. Poi, mi chiese di trovargli un appartamento in via D’Amelio, ed infine, visto che non l’avevo trovato, ebbe a dirmi che allora si sarebbe messo comodo in giardino”.