Via Palatucci, rifiuti e degrado| Torna la discarica a cielo aperto - Live Sicilia

Via Palatucci, rifiuti e degrado| Torna la discarica a cielo aperto

I rifiuti in via Palatucci

Via Giovanni Palatucci è nuovamente una discarica a cielo aperto. A febbraio l'ultima bonifica.

QUARTIERE CRUILLAS
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PALERMO – Via Giovanni Palatucci, ci risiamo. L’ormai infinita discarica di rifiuti è ricomparsa sulla strada un tempo denominata via Santuario di Cruillas e che oggi è intitolata a un vicecommissario di pubblica sicurezza medaglia d’oro al merito civile. Già a cavallo tra gennaio e febbraio i dipartimenti di raccolta e raccolta differenziata dell’Amia erano intervenuti per rimuovere 30 tonnellate di rifiuti e circa 300 ingombranti con un imponente dispiego di mezzi: una gru con penna a polpo, una pala, un cassone scarrabile e un autocarro con sponda posteriore caricatrice.

Ma l’inciviltà ha concesso il bis e oggi via Palatucci si ripresenta esattamente per com’era prima dell’intervento dell’Amia: pneumatici, rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, porte, poltrone e divani, perfino un’auto abbandonata. Il 6 febbraio il Comune aveva risposto con una soluzione estrema emanando, per il tramite dell’Ufficio Traffico, l’ordinanza 159 che imponeva il divieto al transito per i veicoli e la chiusura a tempo indeterminato della strada. L’Amat e gli uffici addetti avrebbero dovuto provvedere a realizzare la relativa segnaletica e a installare le barriere new jersey. Ma il provvedimento non è stato ancora messo in atto.

E mentre dall’Amia sottolineano che “discariche perenni di questo tipo possono arrivare a costare anche 600 mila euro all’anno”, l’assessore comunale all’Ambiente, Giuseppe Barbera, rilancia un’idea espressa alcuni mesi fa: “Occorre pensare per quella strada a una diversa destinazione urbanistica, ad esempio un parcheggio. Tornerò a parlare della cosa con il collega Tullio Giuffrè (l’assessore alla Mobilità, ndr). Altre soluzioni, come la presenza fissa di una pattuglia di vigili, non sembrano ipotizzabili. Al più ci può essere un controllo periodico oppure si può pensare all’installazione di telecamere di videosorveglianza. Ma quella strada non deve essere più quella terra di nessuno che è adesso, in cui tutti vanno a scaricare qualsiasi tipo di materiale”.


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