PALERMO– Fine dei disagi per gli automobilisti che da Catania sono diretti a Palermo. Riapre, sabato prossimo, dopo un anno dalla chiusura, la carreggiata sulla A19 del viadotto Himera, chiusa in seguito ad una frana che aveva seriamente danneggiato l’adiacente viadotto in direzione di Catania. Il tratto di strada, in direzione Palermo, sarà di nuovo percorribile al termine di una cerimonia, nel pomeriggio, alla quale interverranno il presidente del Consiglio Matteo Renzi, il ministro delle Infrastrutture e Trasporti Graziano Delrio e il presidente dell’Anas Gianni Vittorio Armani “Si sono concluse le verifiche tecniche sulla carreggiata in direzione Palermo e sono in corso le analisi strutturali in collaborazione con l’Università di Palermo”, afferma una nota dell’Anas. Dopo la demolizione, avvenuta a dicembre del 2015, dei 200 metri di viadotto in direzione di Catania, irrimediabilmente danneggiato, “sono state avviate approfondite analisi sia sulla qualità dei materiali – prosegue la nota – che, in generale, sulle strutture del viadotto in direzione Palermo con monitoraggio in tempo reale di tutti i parametri tecnici. Le indagini, ed in particolare le prove di carico svolte nei giorni scorsi, hanno dato indicazioni positive sulla statica dell’opera”. Sono stati inoltre installati sistemi di monitoraggio sia per le strutture del viadotto che per la pendice interessata dal movimento franoso. (ANSA)
Viadotto Himera un anno dopo | La riapertura con Renzi e Delrio

Il disagio provocato da una frana. La cerimonia di pomeriggio.
un presidente del Consiglio e un potentissimo ministro della repubblica presenti alla riapertura di un viadotto che è stato chiuso solo per precauzione. Come siamo messi male! Una volta inauguravano opere maestose.
Domani diranno quattro ovvietà miste a banalità e sarà festa per tutti a spese dei contribuenti! MA che bisogno c’era ? Mah!
Ma inaugurare che? Forse si è realizzata una nuova infrastruttura? No, si è ricostruito ciò che è crollato per imperizia e che a suo tempo era stato inaugurato. Ma lo volete capire o no, che le inaugurazioni in Sicilia portano sfiga?
Ma chi è Renzi, Silvan ?
Ancora aspettiamo che la magistratura ci dica chi sono i responsabili di questo disastro e del fatto che le strade provinciali palermitane e siciliane sono quasi tutte inagibili per mancanza di manutenzioni . E già che ci siamo, che fine ha fatto l’inchiesta sul crollo del viadotto della Palermo -Agrigento. Perché, dopo i6 mesi, il ponte è ancora sotto sequestro.
Sei mesi per costruire un raccordo di un chilometro,e altri sei mesi per capire che una parte del viadotto era agibile.Un anno intero fra dichiarazioni,cronoprogrammi,nomina di commissari,richiesta di calamità,affidamento dei lavori,litigi,proclami:in una qualsiasi Nazione civile sarebbero bastati un paio di mesi,come già successo in Francia,Spagna,Giappone,ecc.,rispettando le legittime esigenze dei cittadini.Ma in questa repubblica delle banane,in cui siamo trattati da sudditi,si inaugura alla presenza delle Autorità,senza alcun ritegno né vergogna.
questa inaugurazione nasconde qualcosa di inquietante: se dopo un anno sono pervenuti alla conclusione che:” Le indagini, ed in particolare le prove di carico svolte nei giorni scorsi, hanno dato indicazioni positive sulla statica dell’opera”, significa quindi che non è stata la frana la causa del crollo ma la tenuta dei materiali. Del resto con piloni costruiti nell’acqua che da 50 anni non sono mai stati oggetto di manutenzione…… Che poi Renzi ha dichiarato che veniva ad inaugurare una strada a 4 corsie: mi ricorda tanto la barzelletta dei due ingegneri milanese uno e palermitano l’altro. secondo me se va acasa di quest’ultimo la trova la quarta corsia!
Chiuso per precauzione???
@claudio. Si hanno solo verificato che non avesse subito danni mentre per quello che è crollato ci vorranno altri due anni per vederlo realizzato, purtroppo è così.
Approfitti il Presidente Renzi di questa gitarella in Sicilia per testare sulle proprie carni l’efficienza dei collegamenti nell’isola.
Arrivi a Villa San Giovanni in treno, prenda il traghetto o l’aliscafo, i cui orari sono totalmente disconnessi da quelli del treno e poi, valigie in mano, aspetti alla stazione di Messina il treno che va Palermo, i cui orari sono altrettanto disconnessi.
Dopo circa quattro ore dal treno stesso, una grande attrattiva per la quale i palermitani vanno fieri: lo svincolo autostradale di Brancaccio incompleto da oltre dieci anni.
A Palermo potrà prendere l’auto e percorrere la via Crucis per Agrigento, quella con otto semafori e mille interruzioni, quella del cedimento del viadotto Scorciavacche in merito al quale Renzi promise nel 2014 che i responsabili avrebbero pagato tutto ed invece ad oggi non ha pagato nessuno, tranne i contribuenti.
Arrivato ad Agrigento, potrà percorrere la seconda via crucis per Caltanissetta, con il primo lotto fino a Canicattì iniziato nel 2009 e che avrebbe dovuto essere completato entro il 2012 e che invece è ancora oggi incompleto. Da Caltanissetta potrà ammirare il disastro della Palermo – Catania e quindi prendere un treno alla disperata e arrivare a Messina. Qui con i soliti traghetti con gli orari disconnessi da quelli dei treni, potrà sbarcare nella squallidissima area portuale di Villa San Giovanni, che tutto il terzo mondo invidia (in questo caso alla Calabria).
Penso che in una settimana potrebbe farcela.
P.S. E’ un viaggio salutare: perderà molti chili nel compierlo.
Ho dato il voto contrario ma solo per sbaglio