Minori e video hard | Indagano due procure - Live Sicilia

Minori e video hard | Indagano due procure

Un logo della polizia postale (archivio)

I video che hanno terremotato i social. Tra le ipotesi di reato che potrebbero configurarsi ci sono la creazione, la detenzione e la diffusione di materiale pedopornografico. Non è esclusa la violenza sessuale.

Palermo
di
2 min di lettura

PALERMO– Due Procure – quella dei minorenni e quella ordinaria – indagheranno sui video hard girati coi telefonini da un gruppo di studenti di due licei palermitani e diffusi tramite whatsapp. Un episodio che ha ‘terremotato’ i contatti sui social (una ragazza si sarebbe cancellata da Facebook per la vergogna e gli insulti), con la coda di un presunto confronto all’americana, diventato rissa e andato in scena al Giardino Inglese. Di uno dei video sono protagonisti una ragazzina e un diciottenne: da qui la competenza della Procura, non soltanto dei giudici che si occupano di minorenni.

Nell’altro i coinvolti sono un minorenne e due adolescenti: e su questo indagherà la Procura dei minori. Sulla vicenda ha aperto un’inchiesta la polizia postale dopo la denuncia dei responsabili delle scuole frequentate dai ragazzi. Tra le ipotesi di reato che potrebbero configurarsi ci sono la creazione, la detenzione e la diffusione di materiale pedopornografico. Non è esclusa la violenza sessuale, reato che si prospetta se uno dei protagonisti è minore di 14 anni, età al di sotto della quale la legge presuppone la violenza anche se il minore è consenziente.

I consigli della polizia postale
La polizia postale di Palermo che ha dato il via ad un’indagine per rintracciare gli autori e i divulgatori del video hard con alcuni adolescenti dà alcuni consigli su come comportarsi nel caso in cui si venga in possesso di filmati, dove sono coinvolti i minori che compiono atti sessuali. “L’unico consiglio possibile, qualora si ricevano video con questo contenuto – dice il dirigente Vincenzo Macrì – è quello di rivolgersi immediatamente ai genitori e con la loro assistenza cancellarlo. Il riceverlo non costituisce reato, perché si è parte passiva, ma nel momento in cui viene visualizzato e ci si rende conto che ha un certo contenuto, bisogna immediatamente cancellarlo perché – conclude il dirigente della Postale – la detenzione, se consapevole, a sua volta costituisce reato”. Al fine di sensibilizzare i giovani a un uso consapevole della rete, lo scorso gennaio la polizia di Stato ha dato il via ad un importante progetto di comunicazione itinerante, chiamato “Una vita da Social”. Il progetto, realizzato attraverso un truck con lo slogan “La Polizia di Stato al passo coi tempi e dei social network”, ha già toccato molte province italiane. La campagna di comunicazione si avvale di un team di specialisti del settore della polizia postale che, attraverso momenti educativo-formativi, incontra giovani e giovanissimi nelle piazze delle maggiori città italiane. Dalla pagina facebook creata per l’occasione, è possibile seguire il tour del progetto e l’attività svolta giornalmente.

(Fonte ANSA)


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI