Vieni avanti cretino - Live Sicilia

Vieni avanti cretino

Lettera al prossimo sindaco di Palermo
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Vieni avanti, cretino. Vieni avanti tu – chiunque tu sia – che desideri essere il prossimo sindaco di Palermo. Se lo desideri davvero, sei appunto un cretino, cioè un probabile eroe civico. O sei un grande uomo. O sei un martire che ama la propria città, fino al masochismo parossistico.
Vieni avanti e guarda bene, dai un’occhiata al regno su cui ti potrebbe toccare la disgrazia di regnare, poi decidi se ti conviene. Forse una rinuncia sarebbe più salutare. Guarda.  La munnizza impera, è il vero sovrano occulto della magnifica municipalità. I soldi scarseggiano. C’è un assessore alle Attività sociali che è anche una brava persona, ma la sua carica è un eufemismo. A che serve un assessore al ramo quando – per scarsità di fondi – le suddette attività sociali normalmente chiudono i battenti? C’è una comunità lacera e dilaniata,  preda dei cavalieri dell’Apocalisse, a cominciare dal “ciaffico”. C’è un’opinione pubblica con le gomme a terra. E’ stanca di credere alle promesse. Il nuovo sindaco sarà accolto da una tetragona diffidenza e, in qualche caso, da esplicite pernacchie.

Sì, conosciamo il cosiddetto “lato buono” della questione. Si dice: e chi mai potrà fare peggio di Diego il Flagello? Chiunque sia il predestinato dovrà per forza rappresentare il volto di un’amministrazione migliore. D’accordo, Cammarata è stato (è) un sindaco infausto. Ha pagato per molti errori gravissimi e per qualche colpa non interamente sua. Tuttavia, siamo proprio sicuri che, una volta toccato il fondo, non si cominci a scavare? Noi non ci mettiamo la mano sul fuoco. Palermo ha una tendenza al peggio che sa stupire con continui balzi in avanti e ulteriori degradazioni.

Perciò, vieni avanti, agnus dei elettorale, vittima consenziente dei giorni che verranno e apprestati a scansare i pomodori. Se sei Leoluca Orlando, vorrai rinverdire le fronde della Primavera passata. Se sei Carlo Vizzini, cercherai un posto di rango, pari agli antichi fasti. Se sei Roberto Lagalla, tenterai la carta disperata dell’outsider. Se sei Davide Faraone, dovrai combattere contro un partito, il tuo, amico soltanto a parole. In ogni caso fallirai, tu, futuro sindaco della città di Palermo. E già lo sai. I problemi sono troppi e la gente non perdona. La gente vuole un bersaglio grosso, l’odore del sangue e il massacro. Qui abbiamo bisogno di un capro espiatorio a cui imputare soprattutto i nostri peccati mortali di omissione, la nostra eterna incapacità di cambiare. A che servirebbe, altrimenti, un sindaco?


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