Secondo l’accusa era uno dei medici che dirottavano i pazienti dagli ospedali pubblici alle cliniche private. L’azienda ospedaliera Villa Sofia-Cervello di Palermo ha dato il benservito a Giuseppe Antonio Iannello, dirigente dell’unità operativa di Medicina e Chirurgia d’urgenza. E’ stato licenziato con effetto immediato dopo che era già stato sospeso dal servizio, all’indomani della conclusione delle indagini della magistratura. Si tratta dell’inchiesta su alcune presunte truffe che ha coinvolto tre importanti case di cura della città: Latteri, Maddalena e Pasqualino-Noto.
Il telefono di Iannello era intercettato. “Ma dico, io il mare ce l’ho… dovete darmi la spiaggia dove posare il mare… è questo il problema…”, diceva il medico. Il suo mare erano i pazienti. La spiaggia gliela avrebbe messa a disposizione la clinica Noto dove, secondo i carabinieri del Nucleo antisofisticazione, avrebbe fatto approdare i malati dirottati dall’ospedale Villa Sofia. Sarebbe bastato certificare che in ospedale non c’era posto e i pazienti finivano in clinica, sul cui libro paga era inserito Iannello nonostante avesse il vincolo di esclusiva con l’ospedale. Da qui il licenziamento. Nella struttura di via Dante gli sarebbe stato riservato un intero piano per i ricoveri. Ecco come lui stesso spiegava il meccanismo: “… ascolta un attimo, volevo dirti questo: siccome so la situazione… dei posti le… siccome sono qua in clinica, io ti posso dare un bel po’ di posti, sia uomini che donne. Mi senti? Allora ascolta! Considerata la situazione che c’è da noi… sempre bis… tris… e poker, io sono qua in clinica che sto visitando, mi stanno dando praticamente, tre stanze libere, quindi… e… dico, possiamo cominciare a mandare, se ci sono problemi di posti, soprattutto malati… Di broncopolmonite, tu come sei combinato per ora?”.