Il degrado a Villa Trabia| Siringhe e rifiuti nei vialetti - Live Sicilia

Il degrado a Villa Trabia| Siringhe e rifiuti nei vialetti

La storica villa, quadrilatero verde nel centro di Palermo, soffre la mancanza dei custodi della Gesip e dei vigili urbani. Fra siringhe, rifiuti, ficus pericolanti, ingressi sbarrati e vetri rotti. Con un unico guardiano, per giunta part time. GUARDA IL VIDEO

L'EDIFICIO STORICO
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Siringhe e rifiuti

PALERMO – Siringhe per terra, nei vialetti più interni, insieme ai rifiuti. E ancora panchine rotte, balaustre malconce, vetri infranti, cani randagi e soprattutto nessuna sorveglianza. Ecco come si presenta oggi villa Trabia, uno dei polmoni verdi di Palermo, una delle ville storiche del centro città. Un quadrilatero fatto di fontane, storici ficus, alberi rigogliosi, che ospita anche una biblioteca pubblica, frequentata in gran parte da studenti, e alcuni uffici comunali, ma che oggi si trova in uno stato di degrado.

E dire che fino a pochi mesi fa le cose erano ben diverse. Un servizio di pattugliamento continuo dei vigili urbani, unito alla presenza dei custodi della Gesip, garantiva la sicurezza nel parco ai tantissimi fruitori che, tutti i giorni, ne affollano i vialetti: amanti del jogging, bambini, studenti che giocano a cricket, padroni che protano i cani a passeggio. Ma, per l’appunto, la Gesip non c’è più. E, da circa un mese, anche la polizia municipale non sorveglia più gli ingressi. E si vede.

Entrando da via Marchese Ugo, salta agli occhi un grosso buco sulla destra fra le sbarre che permette a chiunque, anche di notte, di entrare indisturbato nella villa. La cancellata, sormontata da statue decapitate, rimane aperta solo in parte, impedendo l’accesso alle macchine che in compenso ne affollano la piazzola antistante nonostante il divieto di sosta. E basta fare pochi metri per trovarsi sulla sinistra una casupola di legno, che fino a poco tempo fa ospitava i custodi Gesip. Abbandonata, è ormai senza vetri e perfino la lampada esterna non c’è più. Al suo interno una scrivania sporca e un armadio dalle ante spalancate. Dall’altro lato un gabbiotto simile, ormai ricoperto dall’erba e pieno di graffiti.

Siringhe per terra

Basta proseguire per trovare un piccolo sentierosulla sinistra che porta alla parte più interna della villa. E subito saltano agli occhi cartacce, bottiglie di plastica e di birra, fazzoletti di carta e soprattutto scatole vuote di siringhe, che diventano sempre di più man mano che si prosegue. Il contenuto, invece, si trova poco più in là: sono a decine le siringhe, tutte per terra, nei pressi di una piccola radura coperta da alcune rocce che offrono riparo a chi cerca di nascondersi e, disturbato da una telecamera, scappa velocemente.

Tornando sul sentiero principale, colpisce una balaustra in parte divelta, pericolosa per i bambini, così come una panchina in marmo praticamente distrutta. Le altre sono solo “decorate” da scritte, così come un albero su cui qualcuno ha ben pensato di disegnare una svastica. Tutto intorno alla villa, c’è un muro di recinzione che però in molte parti è ceduto, costituendo una sorta di agevole scaletta per chi vuole introdursi nelle case limitrofe i cui balconi danno sul parco, oppure è fin troppo adiacente agli alberi che si trasformano in comodi appigli per chi nella villa vuole entrare di notte e non dai soliti ingressi. “La sicurezza lascia molto a desiderare – dice Mario Pecoraino, uno dei residenti che più di una volta ha denunciato lo stato di abbandono della villa – e per rendersene conto basta vedere la guardiania, affidata ad una sola persona per giunta part time. Questo ha provocato un aumento incredibile di furti e rapine proprio nelle abitazioni della zona”.

Più avanti si arriva all’ingresso di via Antonio Salinas, l’unico per le auto. Il guardiano, che è soltanto uno, fa però solo mezza giornata. E la sbarra che dovrebbe regolare l’ingresso delle automobili è rotta: il risultato è, specie in concomitanza dei matrimoni, una massiccia presenza di vetture lungo i vialetti.

Non va meglio per quanto riguarda i cani. Sebbene esista un’area recintata per farli correre senza guinzaglio, in mancanza di qualcuno che sorvegli sono frequenti i casi di quei padroni che, entrati in villa, glielo tolgono. E pazienza per chi cammina, corre o porta i bambini a giocare.

L'ingresso del recinto per i cani

Dall’altro lato della biblioteca un grande ficus recintato perché pericolante, anche se qualcuno scavalca lo stesso, e le serre dove è facile trovare vetri infranti. Accanto, i giochi per i bambini: peccato per qualche altalena rotta e per la base in ferro di un dondolo ormai divelto, che diventa un facile inciampo. Il terzo ingresso, quello da via Almeyda, è sbarrato: le ante, in legno, sono spaccate e marce. Il pericolo è che aprendolo caschi a pezzi. E infine il recinto per i cani, che si apre grazie alla molla di un vecchio materasso agganciata ad una rete arrugginita.

Un degrado inspiegabile per una delle ville storiche di Palermo, nel salotto buono della città, tra il dispiacere di chi l’ha vista sfiorire giorno dopo giorno e la rabbia di chi chiede che il Comune intervenga.

 


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