CATANIA – La Polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un uomo di 46 anni, identificato in un comunicato della Questura come P. A..
Il provvedimento, emesso dal Gip del Tribunale di Catania su richiesta della Procura Distrettuale, riguarda gravi indizi di maltrattamenti in famiglia, aggravati dal fatto che le violenze si sono verificate anche in danno e in presenza di persone minorenni, oltre a lesioni personali aggravate.
Gli anni di violenze
Le condotte vessatorie, secondo quanto emerso dalle indagini, sarebbero state poste in essere dall’uomo nei confronti della moglie convivente e dei figli minorenni nell’arco di più anni. Un primo episodio significativo risale al 26 settembre 2024, quando la vittima, con il braccio destro tumefatto, aveva inizialmente parlato di violenze subite dal marito, salvo poi rinunciare a sporgere querela, definendolo un caso isolato.
In seguito, il 7 novembre 2024, l’uomo era stato ammonito dal Questore di Catania a desistere da ogni maltrattamento. Nonostante ciò, il 17 marzo 2025 si è registrato un ulteriore intervento per violenza domestica, in cui la donna è stata trasportata in ospedale con una diagnosi di “trauma alla spalla destra con ematoma”, con una prognosi di 10 giorni, in quanto colpita con un bastone di legno.
Il racconto del figlio
Il quadro accusatorio è stato corroborato dal racconto dettagliato e coerente di uno dei figli della coppia, di 17 anni. Il giovane, in sede di audizione protetta condotta dalla specializzata III Sezione Investigativa “Reati contro la Persona, in pregiudizio di minori e reati sessuali”, ha testimoniato sui numerosi comportamenti vessatori del padre ai danni della madre e dei fratelli. A seguito di questa grave situazione, tutti e quattro i figli sono stati affidati a una casa-famiglia e sottratti alla responsabilità di entrambi i genitori.
Le indagini hanno evidenziato una serie di comportamenti di violenza fisica e psicologica, caratterizzati anche dall’uso di armi improprie, intimidazioni e minacce gravi, protratti per un lungo periodo di tempo. Queste risultanze investigative hanno permesso alla Procura di richiedere la misura cautelare del massimo rigore per l’autore dei fatti. L’uomo, rintracciato nella sua abitazione in località Vaccarizzo, è stato tradotto presso il carcere di Piazza Lanza, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
Resta ferma la presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva di condanna, considerando la fase processuale preliminare che non ha ancora permesso l’instaurazione del contraddittorio davanti al giudice.