Buongiorno, è la Città di Palermo?
“In persona. Come mi ha trovato?”
Mi è bastato seguire l’odore.
“Del mare?”
No, della munnizza.
“Non cominciamo bene. Comunque, come le sembro di presenza?”.
Pensavo un filino più magra.
“Non continuiamo bene. Che vuole?”.
Desideravo porle qualche domanda, Signora. Permette?
“Su Zamparini?”.
No, sul futuro sindaco.
“Mmmmm”.
C’è il giovane Faraone.
“Mmmmm”.
Ci sono gli attempati Orlando e Vizzini.
“Mmmmm”.
C’è Ferrandelli.
“Mmmmm”.
Scusi, non le piace nessuno?
“L’ha detto, egregio amico”.
Perché? Sono persone con gli attributi, quali resta da vedere.
“Non è questo il punto”.
Allora?
“Sono tutti palermitani, per quanto ne so. O vivono a Palermo da sempre ed è come se lo fossero”.
Ripeto: e allora?
“Il sindaco di Palermo non deve essere un palermitano. Mai. Altrimenti peggioreremo”.
Senta, lei sarà anche la Città di Palermo, ma io non le consento di…
“Mi ascolti”.
La ascolto.
“Ha visto come guidano i palermitani?”.
Sì.
“Ha visto come posteggiano?”.
Sì.
“Li ha visti in piazza, alle Poste, a scuola…”.
Sì. Dunque?
“Dunque, le pare che uno di loro possa governare una città con tanti problemi?”.
E lei chi preferirebbe?
“Uno straniero”.
E’ ingiusta, Signora…
“Mi ascolti, è gente senza senso civico. La responsabilità finisce sulla soglia di casa. Non sanno che farsene del mondo”.
Chi?
“I palermitani”.
Io non verrò più a trovarla. Mai più.
“La verità fa male, carino”.
Ci sono e ci sono stati grandissimi palermitani…
“Falcone e Borsellino, per esempio, lo so. Sono i nomi che giustamente fate sempre. Ma poi riuscite ad andare avanti nell’elenco?”.
D’accordo, però questo la contraddice.
“Niente affatto. Ha presente la regola di Gino Paoli, cantautore che personalmente detesto?”.
No.
“Non sopporto le sue canzoni, tranne un paio che considero belle. Statisticamente, due canzoni le devi azzeccare se ne scrivi mille. Giusto?”.
Non vedo il nesso.
“Con milioni di palermitani in circolazione nei secoli, due dovevano venire fuori splendidi. Anche per sbaglio, o per caso”.
Troppo pessimismo, Signora. Sono più di due.
“Lei dice? Guardi come mi hanno ridotta”.
Appunto, la munnizza le ha dato alla testa. Vedrà che è già in giro e magari ci sta pure leggendo.
“Chi?”.
Il palermitano che ci vuole e che sarà un grande sindaco.
“Sì, ma gli altri non lo voteranno. Non subito almeno”.
Va bene, aspettiamo.
“Ne è convinto?”.
Sì.
“Allora mi tolgo un po’ di munnizza dal cuore. L’aspetterò anch’io”.