I poliziotti ci hanno fatto tante domande per capire chi siamo e se qualcuno avesse dei motivi di risentimento nei confronti di mio padre. Da quello che sappiamo e abbiamo riferito alla polizia, non ce ne sono. Mio padre viveva assieme a mia madre e a una delle mie sorelle qui”. Lo ha detto una delle quattro figlie di Silvio Pellicanò, il geometra dell’Anas in pensione ucciso, ieri sera, sotto casa a Palermo.
“Mio padre era un tipo tranquillo, non aveva problemi con nessuno – ha spiegato ancora – non capiamo davvero perché lo abbiano ucciso. Speriamo che il mistero sia presto risolto, vorremo piangere mio padre e non rispondere a tutte queste domande. In ogni caso, per noi la pista più attendibile rimane quella della rapina”.
Anche per i vicini l’omicidio è un mistero. “Lo conoscevo solo di vista – spiega una signora – ma era un tipo cordiale e tranquillo. Quando ieri ho sentito gli spari mi sono subito affacciata e poi è arrivata la polizia”. Nel palazzo e negli edifici vicini non si parla d’altro. “E’ stato un fulmine a ciel sereno – dice un vicino – E’ un palazzo tranquillo, mi dispiace moltissimo”.
L’uomo è stato ucciso ieri sera intorno alle 20.30 al suo ritorno a casa. Aveva lasciato la moglie e la figlia disabile di fronte al portone principale dello stabile per andare a posteggiare la macchina ed è stato colpito mentre stava per raggiungere il portoncino secondario.