PALERMO – Errare è umano, anche nel mondo del calcio, ma perseverare a volte può risultare più che diabolico specialmente si parla di acquisti sbagliati per rinforzare una squadra di serie A. Lo sa bene Maurizio Zamparini, che in questi quindici anni di presidenza nel capoluogo siciliano ha fatto la storia del club rosanero portando al ‘Barbera’ grandi campioni, con ben cinque diverse partecipazioni all’attuale Europa League, ma allo stesso tempo facendo storcere più di una volta il naso ad una tifoseria calda come quella rosanero su molti discutibili acquisti effettuati già dalle primissime stagioni. La galleria degli errori/orrori del presidente parte infatti già dal primo anno di serie B in cui i rosa sfiorarono la promozione all’ultima giornata in quel di Lecce.
In quel Palermo, oltre ad ottimi giocatori come Maniero, Di Napoli, Zauli e Asta figuravano infatti anche nomi del calibro di Olufemi, Onfiang, Pestrin e Matteini, elementi tutt’altro che competitivi in una squadra che avrebbe dovuto puntare con decisione alla serie A già nel suo primo anno sotto la gestione del patron friulano. L’anno successivo, memore degli errori commessi, infatti Zamparini imbastì una campagna acquisti faraonica per un campionato di serie B che lo ripagò con una stagione di grandissimi numeri e la storica promozione dopo 31 anni di assenza del Palermo dal calcio che conta. Costruire però una squadra competitiva per la serie A ha i suoi costi ed il presidente, che punta forte sullo zoccolo duro dell’anno precedente, prova a piazzare qualche colpo sudamericano, nello specifico dall’Argentina. Arriva ‘El Tecla’ Ernesto Farias dall’Estudiantes ma in tredici presenze il bilancio recita zero gol ed un’occasione a porta spalancata di testa contro la Reggina che diversi tifosi ancora fanno fatica a dimenticare.
Per ovviare alla cessione di Luca Toni un anno dopo Zamparini decide poi d’investire nell’estate del 2005 gran parte di quel tesoretto sul giovane nigeriano di belle speranze Stephen Makinwa, che però delude enormemente le aspettative della dirigenza rosanero e del suo presidente con un campionato condito da soli cinque gol. Gennaio resta però il mese, come ha ammesso di recente lo stesso Zamparini, in cui l’imprenditore friulano trova i migliori ‘bidoni’. Nel 2007 l’acquisto, che poi si rivelerà più che azzeccato, di Edinson Cavani dagli uruguaiani del Danubio viene parzialmente macchiato da quello del polacco, e ritenuto maggiormente pronto per il nostro campionato, Radoslaw Matusiak sparito dal calcio che conta qualche anno dopo.
Destino simile a quello di Matusiak, se non addirittura peggiore, toccò qualche mese dopo al brasiliano Tullio De Melo. Arrivato in Sicilia con l’obiettivo di far dimenticare Amauri l’attaccante del Le Mans torna di fretta e furia in Francia con la maglia del Lille dopo appena un precampionato con i siciliani, e una gara di Coppa Italia persa contro il Ravenna all’attivo, giustificato dalla società con un ‘difficile adattamento da parte del calciatore’. Dopo le stagioni positive sotto la gestione di Delio Rossi, con meteore come Edgar Cani, Marco Calderoni, Ondrej Celutska e Christian Melinte che non lasciano per nulla il segno, si arriva all’anno della finale di Coppa Italia nel 2011 con Michele Paolucci, Joap Pedro e Massimo Maccarone che non danno il contributo atteso in attacco così come accadrà con Pablo Gonzalez e sopratutto lo svedese Agon Mehmeti, definito il nuovo Ibrahimovic, la stagione successiva.
La miglior annata in termini di bidoni è però quella 2012/2013 che coincide con la retrocessione dei rosanero in serie B dopo nove stagioni. In sequenza nel mercato di riparazione invernale gestito dall’ex Catania e Messina Pietro Lo Monaco, dopo gli arrivi ad inizio stagione di Arevalo Rios, Von Bergen e Labrin, vengono acquistati Anselmo, Nelson, Faurlin, Boselli, Sperduti, Fabbrini e Formica. Dopo l’anno in cadetteria e la successiva immediata risalita Zamparini decide di lasciarsi trasportare meno dalle sensazioni circondandosi da consiglieri fidati, vedi nelle ultime stagioni Davor Curkovic, pescando maggiormente nel mercato slavo (vedi i vari Trajkovski, Chochev, Struna, Jajalo e da ultimo Balogh, Sallai e Nestorovski) con rari passaggi a vuoto (il difensore Danilo Ortiz, gli attaccanti Makienok, Joao Silva e Arteaga). Da valutare infine l’ultimo arrivo di gennaio, che potrebbe passare alla storia come il bidone definitivo dell’era Zamparini, ovvero lo svedese di origini cilene Stefan Silva.