Zamparini: "Noi in B al 70% |Ilicic? Non so se resta" - Live Sicilia

Zamparini: “Noi in B al 70% |Ilicic? Non so se resta”

Il presidente del Palermo in un'intervista alla Gazzetta parla a tutto campo. Dalle residue chance di permanenza in serie A all'annuncio del raddoppio del premio salvezza per i rosa, dai big che potrebbero lasciare il club come Ilicic e Miccoli al mea culpa sull'esonero di Sannino. E assicura: "In caso di retrocessione allestiremo una squadra come quella della promozione con Guidolin che l'anno successivo centrò l'Europa".

Il patron rosanero
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PALERMO – Da primo a credere alla salvezza in tempi bui, a quasi rassegnato quando la speranza rosanero è tornata a essere viva. Forse una strategia per motivare ancora di più la sua squadra, forse la scaramanzia, fatto sta che Maurizio Zamparini non smette mai di sorprendere. In un’intervista alla “Gazzetta dello Sport” il patron rosanero dichiara che “il Palermo al 70 per cento retrocederà in serie B” e di aver “raddoppiato il premio salvezza”. Quasi una resa quella del presidente che parla già di rifondazione e di pronta risalita in serie A. “Se ti trovi in queste condizioni quando puntavi all’Europa, significa che hai sbagliato tutto – afferma il patron rosanero -. Una squadra così non è capace di tirare fuori la grinta. Ho cambiato tre allenatori, forse troppi. Record? No, normale. Ma lavoriamo già per la B”.

Zamparini parla già di mercato, o meglio, di cessioni: “Miccoli ha tante offerte dagli Emirati, vedremo – ha spiegato -. Ilicic? Ha tutti i mezzi ma gli manca il carattere, è difficile che resti. Hernandez? Lui in B potrebbe rimanere ma deve andare meno per bar e trovare una moglie giusta. Voglio costruire una squadra pari a quella allestita l’anno della promozione con Guidolin per risalire subito in serie A e che poi punti subito all’Europa”. 

Il Palermo a otto giornate dalla fine si ritrova a soli tre punti dal Genoa che è quart’ultimo; insomma la salvezza è davvero alla portata di una squadra che contro la Roma ha dato segnali importanti. Poi il mea culpa per l’esonero di Sannino: “Forse ho sbagliato a mandarlo via, ma non era intervenuto con la giusta umiltà. Ora va molto meglio”. Infine un paragone con il presidente del Cagliari, Massimo Cellino: “Mi dice che siamo due gocce d’acqua, io gli rispondo sempre che io sono onesto e lui no. Però questa storia della galera è veramente assurda. Uno stadio è un’opera utile e basta”.


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