(Roberto Puglisi) Le mamme dello Zen, ogni mattina, accompagnano i figli a scuola. Non dovrebbe esserci niente di speciale, ma qui, invece, sì. La scuola è lo Stato. Se lo Stato qui non c’è, in termini di servizi e di normalità, perché una mamma dovrebbe riconoscere chi non riconosce i diritti degli abitanti? Eppure, le mamme dello Zen lo fanno quotidianamente. Riscuoteranno mai, in normalità e servizi, il loro immenso credito morale?
Le mamme dello Zen, per accompagnare i figli a scuola, attraversano l’inferno che è stato pensato e fabbricato da altri, non da chi abita qui. Attraversano cumuli di immondizia che traboccano dai cassonetti ricolmi. Camminano su strade spazzate ogni tanto. A ogni passo subiscono il rintocco di problemi che, dopo moltissimi anni, somigliano quasi a un destino. Ma le mamme dello Zen sanno che non è vero e che quel percorso a ostacoli è una delle poche speranze disponibili.
Le mamme dello Zen si sono date appuntamento davanti alla scuola ‘Falcone’, alla ribalta della cronaca per la accuse pesantissime formulate a carico della preside, Daniela Lo Verde. Hanno accolto il nuovo preside ‘reggente’, Domenico Di Fatta e gli hanno tributato un applauso affettuoso. C’era, in quelle mani che battevano, una sorta di ultima spiaggia. Hanno raccontato della loro esistenza complicata, dei mariti che, in qualche caso, vanno a trovare in carcere, della fame – anzi, del pititto – che è un problema più del ciaffico. Alcune di loro si sono lasciate fotografare, sorridendo, perché non si molla mai, specialmente nei momenti più duri.
Nella foto si vede tutto. Si scorgono la bellezza e la fatica. Si immaginano il coraggio e la paura. Si avvertono la forza e i momenti di sconforto. E si intercetta un suono che somiglia a un battito senza confini. E’ il cuore delle mamme dello Zen.