Ztl, anche l'Amat ricorre al Cga| L'Arpa: dati sullo smog allarmanti - Live Sicilia

Ztl, anche l’Amat ricorre al Cga| L’Arpa: dati sullo smog allarmanti

L'azienda trasporti prova a ribaltare l'ordinanza del Tar. I dati sull'inquinamento alle stelle.

PALERMO – Non uno ma due ricorsi al Cga per affermare che a Palermo l’inquinamento c’è, come dimostrano i dati Arpa, che la Ztl è necessaria e che il Tar è andato oltre il suo ruolo, arrivando a un giudizio praticamente di merito. La strategia di Palazzo delle Aquile per ribaltare al Consiglio di giustizia amministrativa l’ordinanza del Tribunale che ha fermato le Zone a traffico limitato va avanti spedita: dopo il ricorso del Comune, mercoledì è stato depositato anche quello dell’Amat, curato dal professor Raimondi. Il pronunciamento è atteso per il 25 e 26 maggio.

Una trentina di pagine con cui l’azienda prova a smontare le tesi del Tar, sottolineando anche il danno derivato dai mancati introiti della Ztl pari a 30 milioni. L’Amat, anzitutto, precisa che a Palermo c’è un problema legato all’inquinamento e per farlo si basa sul focus elaborato dall’Arpa e aggiornato ad aprile del 2016: uno studio dal quale emerge che nel capoluogo siciliano sono troppo elevati i livelli di Pm10 e di Nox (rispettivamente particolato e biossido di azoto) e che l’inquinamento ambientale è dovuto al traffico per il 75%, contro il 55% regionale (con il gasolio più inquinante di altri carburanti).

Dati, quelli dell’Arpa, che si basano sulle rilevazioni dal 2012 al 2014 delle nove centraline Rap (vecchie, secondo la stessa Arpa che ha emanato un bando per sostituirle, come denunciato da Vivo Civile, e che dovrebbero essere ridotte a 5): il biossido è stato troppo elevato nelle stazioni Castelnuovo, Di Blasi, Giulio Cesare, Belgio e Torrelunga; il particolato nelle stazioni Di Blasi, Castelnuovo, Giulio Cesare e Unità d’Italia. A piazza Indipendenza nel 2013 si è registrato troppo Nichel, ma nel 2014 livelli allarmanti si sono registrati a macchia di leopardo anche per il biossido di zolfo e il benzene, con un peggioramento di Pm10 e un biossido rimasto costante.

A dir la verità, però, a contribuire all’inquinamento sono anche i forni a legna di pizzerie e panifici che, se in Sicilia incidono per il 2%, a Palermo lo fanno per il 22%, undici volte di più. I forni a legna, cioè combustione non industriale, pesano per il 60% nella produzione di polveri sottili. E, per abbattere il particolato, servirebbe anche una maggiore pulizia delle strade.

Le rilevazioni dell’Arpa sarebbero così allarmanti da avere spinto la Regione a convocare il Comune il prossimo 12 maggio per chiedere quali iniziative intenda intraprendere contro lo smog. “E’ necessario porre in essere interventi per ridurre il traffico stradale – sottolinea il focus dell’Arpa – causa primarie di emissioni di No2 e in particolare il traffico nelle strade urbano, determinato dai veicoli pesanti e dalle auto a gasolio”. L’Agenzia per la protezione ambientale arriva addirittura a suggerire i correttivi, ossia la Ztl per mezzi pesanti o a diesel da Euro 3 in giù, a eccezione dei residenti, nuovi autobus e, a lungo termine, un ampliamento della Ztl.

Tesi che l’Amat riporta nel proprio ricorso per ribadire al Cga la necessità di ribaltare l’ordinanza del Tar, le cui motivazioni vengono contestate punto per punto. Per il professor Raimondi, infatti, pagare 90 o 100 euro l’anno non pregiudica il diritto alla mobilità, e sicuramente non in modo grave, e soprattutto non si arreca un danno irreparabile per il Comune in caso di annullamento visto che Palazzo delle Aquile sta già restituendo i soldi. L’Amat inoltre avrebbe offerto delle alternative al mezzo privato: il tram, il car sharing, il bike sharing, le nuove linee di bus in centro, i nuovi autobus, le navette gratuite e perfino le fermate Lolli e Gudagna che, pur essendo delle Ferrovie, comunque sono un modo per lasciare a casa l’auto.

“Qualora ce ne fosse stato bisogno, i dati di un soggetto indipendente e autorevole come l’Arpa dimostrano che a Palermo occorre mettere in campo interventi strutturali per ridurre il traffico e tutelare la salute dei cittadini – dicono il sindaco Leoluca Orlando e il presidente dell’Amat Antonio Gristina – Il ricorso al Cga da parte di Amat e Comune era un atto dovuto perché riteniamo che il percorso che ha portato all’introduzione della Ztl, oltre che necessario, sia stato formalmente corretto e che il provvedimento del Tar debba essere rivisto. Solo così potrà proseguire in modo lineare quel percorso di pianificazione e realizzazione di una alternativa dolce e sostenibile per la mobilità e la vivibilità a Palermo”.

Il Tar, secondo l’Amat, avrebbe potuto semmai sospendere solo la Ztl2, ma non entrambe, e comunque non starebbe in piedi l’idea secondo cui l’area troppo vasta avrebbe reso il pass una specie di tassa: l’area interessata è infatti minore di quella di altre città italiane. Se a Palermo la Ztl misura 3,5 chilometri quadrati, ossia il 2,4% dell’intero territorio, a Milano arriva al 5,1% con 8,2 chilometri quadrati, a Napoli al 2,5% con 3 chilometri, a Firenze al 4,1% con 4,2 chilometri, a Bologna al 2,8% con 4 chilometri. Unico paragone in “negativo” è Roma con 4,2 chilometri e un rapporto dello 0,3%, a fronte però di un centro storico (quello di Palermo) che secondo i dati Unesco sarebbe il più grande d’Europa insieme a Lisbona.

Il Tribunale sarebbe andato oltre le proprie prerogative, entrando nel merito, impedendo al Comune di introdurre una qualsiasi Ztl a pagamento e si sarebbe anche contraddetto: o la Ztl è troppo ampia oppure, se più piccola, sarebbe stata poco efficace per la tutela ambientale e della salute, posto che si possa quantificare quanto debba essere vasta una Zona a traffico limitato per essere funzionale. Inoltre quando il Tar esclude a priori qualunque correttivo e suggerisce misure più efficaci e a costo zero, che tradotto significa chiusure complete al traffico, si contraddirebbe da solo visto che ha sottolineato il pericolo di una compressione del diritto alla mobilità.

Palazzo delle Aquile soprattutto rivendica la facoltà di poter decidere come bilanciare il diritto alla mobilità con la tutela della salute, senza che a farlo sia il Tar, e conferma la scelta di escludere dalla Ztl gli scooter. Un ricorso dai toni duri e, a volte, anche un po’ surreali, come quando commentando la frase del Tar secondo cui “l’accesso alla Ztl costituirebbe una mera una tassa di scopo per l’uso del mezzo di trasporto privato”, anziché, “uno strumento (ulteriormente) disincentivante del traffico veicolare (evidentemente in presenza di plausibili alternative praticabili dall’utenza)”, Raimondi “confessa di non essere certo di avere capito completamente (ovviamente per propri limiti) il significato dell’inciso”.

LE REAZIONI
“Prendiamo atto che i tanto attesi dati sull’inquinamento non sono altro che quelli rilevati nel periodo 2012-14 tramite centraline che, a detta della stessa Arpa, sono obsolete e non a norma, tanto da costringere la stessa Agenzia Regionale a emanare un bando per sostituire le apparecchiature di rilevamento. Oltretutto il rapporto Arpa, oltre a confermare una enorme criticità nel monitoraggio, dimostra che l’inquinamento è fuori dall’ipotetica Ztl, che può contare su una sola centralina, e che zone più esposte come quella del porto non sono neanche monitorate. Sicuramente una Ztl peggiorerebbe la situazione all’esterno, ma questo aspetto non viene neanche preso in considerazione. Ci aspettavamo dati aggiornati ma non è così, di contro ci sono quelli pubblicati quotidianamente da Rap spa che danno un quadro differente e per il quale i contribuenti palermitani sborsano qualcosa come 700mila euro l’anno di corrispettivo. Probabilmente la preoccupazione di Amat non è tanto lo smog ma il mancato introito dei 30 milioni previsti e apprezziamo che sia la stessa Azienda a dirlo. Ad oggi quindi nessuna chiarezza sui dati, forse si potrà capire meglio la situazione in città quando le centraline saranno ammodernate per rispettare la legge e, soprattutto, quando verranno istallate nuove stazioni di rilevamento per avere una mappatura di tutte quelle zone attualmente scoperte”. Lo dice in una nota Marcello Robotti, presidente di Vivo Civile.

“Nulla di nuovo sotto questa cappa di smog. I dati dell’Arpa sull’inquinamento a Palermo non ci sembrano né puntuali né aggiornati, risalgono al periodo 2012-2014 e sono stati rilevati dalle centraline Rap di vecchia generazione, le stesse che l’Arpa chiede di sostituire e ammodernare con un bando dello scorso 29 aprile. Basta prese in giro, vogliamo sapere se le centraline della Rap sono efficienti e soprattutto se i dati sono affidabili”. Lo dice il capogruppo dei Comitati Civici al comune di Palermo Filippo Occhipinti. “L’Arpa inoltre fa un preciso rilievo sul sistema delle centraline, mettendo anche in discussione la validità del posizionamento dei quella di via Evangelista Di Blasi che sarebbe posizionata in un punto non propriamente felice, tanto che la stessa Arpa scrive che ‘la qualità e concentrazione degli inquinanti registrati in queste condizioni influenza le misure. Ciò è tanto più inammissibile quanto più si osserva che la stazione Di Blasi costituisce un caposaldo di controllo della qualità delle emissioni lineari generate lungo l’unico asse di attraversamento primario della città’. Ecco perché Arpa chiede di spostare la centralina di 500 metri”. “Ma se non ci sono dati puntuali e soprattutto se la stessa Arpa mette in discussione i dati delle centraline – conclude Occhipinti – è il caso di lanciare allarmi solo per giustificare il ricorso al Cga? E soprattutto perché pagare 700 mila euro l’anno alla Rap per il controllo ambientale? I palermitani hanno il diritto di sapere e per questo sottoporremo la relazione Arpa a tecnici specializzati”.

“Il Comune non ha raccolto la disponibilità dei ricorrenti a dialogare dopo l’ordinanza del Tar e invece ha deciso di ricorrere al Cga, che non era un atto dovuto – dice l’avvocato Alessandro Dagnino, avvocato dei ricorrenti al Tar- lo scontro no è fra Orlando e il Tar, ma fra Orlando e i palermitani ricorrenti. Non siamo contrati alla Ztl, ma prima si completino il tram, il passante, l’anello”.

 

 

 


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