Il caso Armao alla Consob - Live Sicilia

Il caso Armao alla Consob

Bufera sulle consulenze dell'assessore
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L'assessore regionale, Gaetano Armao

Il presunto conflitto d’interessi riguardante l’assessore alla Presidenza, Gaetano Armao si abbatte come un ciclone sulle sorti della politica regionale e causa reazioni a catena. Il caso, sollevato già martedì in aula dal gruppo del Pd, finisce sul tavolo della Consob in seguito all’esposto presentato da Antonello Cracolici, capogruppo dei democratici a Sala d’Ercole, che denuncia “l’ oggettivo condizionamento dell’ andamento del mercato borsistico a seguito della pubblicazione di notizie non suffragate da atti amministrativi”. Le accuse lanciate nei confronti di Armao sono di insider trading e violazione delle regole sulla concorrenza. L’assessore alla Presidenza, con un passato da consulente legale del gruppo Falck, si occupa attualmente, in concorso col governatore Lombardo, di gestione dell’emergenza rifiuti e dei bandi per la realizzazione dei termovalorizzatori nell’ Isola. Secondo Cracolici, nell’espletamento di tali funzioni amministrative, Armao avrebbe messo in atto “tentativi di condizionamento del mercato a vantaggio del gruppo Falck”, dal quale l’esponente Pdl ha ricevuto, fino al 2008, parcelle robuste per le sue consulenze legali.
Contro Armao si schiera pure l’ Udc, che pure negli ultimi tempi ha provato a ricucire le fila del dialogo con il presidente Lombardo. Nino Dina, deputato regionale dei centristi, apre scenari ancor più gravi parlando di “strategia complessiva del governo che mira a ottenere la dichiarazione di emergenza per poter gestire con pieni poteri le politiche ambientali in Sicilia”. Anche all’ interno della giunta però, il caso Armao, rischia di provocare non poche frizioni. Tra gli assessori di Lombardo c’è, infatti, chi ha denunciato l’ inopportunità che sia ancora l’ex consulente della Falck a gestire i rapporti col gruppo industriale. E Lo stesso governatore, pur prendendo le difese del proprio assessore, dichiara che qualora venisse accertata la sua malafede non esiterebbe a cacciarlo. Ieri, in serata, è arrivata la replica del diretto interessato che ha denunciato l’infondatezza delle accuse che gli vengono mosse ed ha fatto sapere di aver dato mandato ai suoi legali per agire in sede penale e civile nei confronti dell’onorevole Cracolici.

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