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Stop a Termini Imerese| La Fiom: Sciopero generale

Marchionne: "Niente più auto". SEGUI LA DIRETTA
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17.10 “Sciopero generale”. La Fiom chiama a raccolta sindacati, industriali, commercianti, amministrazioni locali, Chiesa per uno sciopero generale in Sicilia contro la decisione della Fiat di non produrre più auto a Termini Imerese. A lanciare la proposta è il segretario della Fiom di Termini Imerese, Roberto Mastrosimone, che si trova davanti ai cancelli della Fiat assieme agli operai in sciopero delle aziende dell’indotto. “Non possiamo caricare tutto il peso di questa situazione sulle spalle degli operai – dice Mastrosimone – Serve una mobilitazione generale, bisogna difende la fabbrica e non consentire alla Fiat di abbandonare un sito produttivo attorno al quale ruota l’economia di un intero comprensorio”.

17.oo Sciopera altra azienda dell’indotto. Davanti ai cancelli della Fiat ci sono anche gli operai della Bienne Sud, azienda che si occupa della verniciatura di componenti della Lancia Ypsilon. Fermi anche i lavoratori della ex Ergom, che produce paraurti, plance e serbatoi e occupa circa 145 dipendenti.

16.40 Scajola: “Non vogliamo buttare Termini al macero”. “Non vogliamo buttare al macero nessun impianto industriale, tanto più al Sud perché l’economia è più debole”. Così, a margine di un’audizione alla Camera, il ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola, ha commentato il futuro del polo di Termini Imerese. Secondo il titolare del dicastero di Via Veneto, quello di Termini “é uno stabilimento industriale oggi sottoutilizzato per la produzione di un modello di auto. Noi riteniamo che possa avere uno sviluppo automobilistico, ma non abbiamo questa competenza”. Per questo motivo, ha concluso il ministro, “diciamo che, qualora non ci fosse la possibilità di sviluppo della produzione auto dopo il 2011, ci deve essere lo sviluppo di una diversa realtà industriale. Perché noi vogliamo sviluppare la realtà industriale di Termini”.

16.20 D’Antoni: “Marchionne inaccettabile e Scajola ambiguo”. “Preoccupante e inaccettabile la posizione di Marchionne sul futuro automobilistico di Termini Imerese. E ambigue le parole del ministro Scajola, che non fuga i dubbi di un accordo al ribasso per l’impianto produttivo siciliano. Non si capisce per quale motivo lo stabilimento isolano non possa puntare alla produzione automobilistica a partire da un contratto di programma con cui superare le diseconomie e rilanciare il ruolo della ricerca”. Lo afferma Sergio D’Antoni (Pd), vicepresidente della commissione Finanze della Camera. “Mentre è in gioco il domani di migliaia di lavoratori che operano in uno dei maggiori poli industriali del Mezzogiorno – prosegue D’Antoni – brilla l’immobilismo del governatore Raffaele Lombardo, che solo ieri lodava le dichiarazioni del ministro dello Sviluppo economico. Dica, Lombardo, se condivide l’idea di allontanare la produzione automobilistica dalla regione. O se, come ci auguriamo, vorrà battersi sul tavolo delle trattative per salvaguardare la produzione automobilistica e i livelli occupazionali dello stabilimento. Lo aspettiamo alla prova dei fatti”.

16.15 Cammuso: “Non va bene”. “La dichiarazione dell’ a.d. di Fiat che ha detto che su Termini Imerese la loro posizione non cambia non va bene”. E’ quanto ha detto la segretaria confederale della Cgil Susanna Camusso parlando a margine di un convegno organizzato dai dottori commercialisti alla Bocconi di Milano. Camusso ha poi spiegato che “manca un piano per l’Italia, la domanda è: cosa vuole produrre la Fiat nel nostro Paese”.

In particolare, Camusso si è chiesta “dove sono i nuovi modelli annunciati e mai confermati?”. Inoltre la segretaria della Cgil ha aggiunto che “non è pensabile che la 500 si faccia solo in Polonia e in America e non ci sia una produzione italiana”. A suo avviso “la domanda vale per il futuro, vogliamo chiarimenti sul fatto che l’auto elettrica si fa solo negli Usa, mentre è in corso uno spostamento della ricerca e della produzione in America, dove si stanno portando tecnologie che la Fiat ha sviluppato qui”. Alla domanda se, dopo la fuga dei cervelli ora non sia la volta di una fuga delle tecnologie, Camusso ha replicato: “é una preoccupazione, ci auguriamo che i nostri dubbi vengano smentiti, Fiat per il momento sta offrendo alla Chrysler tecnologia italiana e la nostra attenzione è concentrata su Termini Imerese e Pogliano, ma anche su Fma, che doveva essere il grande stabilimento dell’innovazione sui motori e anche lì c’é la cassa integrazione senza capire dove si andrà”. Quanto all’incontro di oggi tra il ministro delle attività produttive Claudio Scajola e l’ad del Lingotto Sergio Marchionne, “c’é una strana modalità – ha spiegato Camusso – perché Scajola annuncia 20 giorni di confronto serrato a Palazzo Chigi e Marchionne dichiara che su Termini Imerese non hanno cambiato idea, non vorrei che preparassero qualcosa e poi ci mettessero davanti al fatto compiuto”.

“Non si faranno più auto , ma qualcosa di diverso che ancora non si sa”. Queste le parole di Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fiat, in seguito all’incontro con il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola. “Ora non voglio aggravare la situazione – ha continuato Marchionne – Siamo stati molto chiari il 16 giugno all’incontro con il governo e le parti sociali. Dal 2011 non si produrranno più auto in Sicilia”. Secondo Marchionne la riconversione della produzione nello stabilimento di Termini Imerese è una scelta “che non si può cambiare”. Eppure, secondo le parole del ministro Scajola, l’incontro di oggi è stato “un confronto per chiarire i dati e per continuare un percorso di dialogo tra la Fiat e il governo”.

Stupefatto Vincenzo Comella, segretario provinciale Uilm Palermo, che ha commentato così le parole di Marchionne: “Termini Imerese è una realtà che produce da quarant’anni, non si liquida in un incontro di dieci minuti. Non è concepibile come l’amministratore delegato di Fiat – ha continuato Comella – abbia chiaro che non si produrranno più auto a Termini Imerese già dal 2011 e non abbia idea di cosa si vuol fare di Termini Imerese dopo”.

Lo stupore di Comella è giusticato dal fatto che il ministro Scajola aveva parlato di un incremento di produzione di auto in Italia: “I dati in nostro possesso ci dicono che dobbiamo incrementare la produzione di auto in Italia in modo significativo, soprattutto ora di fronte a un mercato dell’auto che è in crescita”. Nessun riferimento invece, durante l’incontro, agli incentivi: “No, non abbiamo parlato di incentivi”, ha affermato Marchionne.

Intanto, anche Guglielmo Epifani, segretario generale della Cgil, ha parlato della Fiat, a margine di un incontro della fp-Cgil: “Non ci siamo. Su Termini Imerese chiedo al ministro Scajola di sentire il sindacato non alla fine del percorso per la costruzione del piano, ma durante – ha affermato – Altrimenti si arriva ad un progetto chiuso senza la possibilità per il sindacato di dire la propria opinione”. In seguito Epifani ha affermato di non comprendere le scelte prospettate dal Lingotto per l’Italia: “Non si capisce, sembrerebbe uno scambio tra Termini Imerese che non produrrà più auto e una disponibilità a produrre altrove. Ma in Italia – ha sottolineato – c’è una capacità produttiva di due milioni di auto. Messa così non mi pare che ci siamo”.


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