Palermo si è abituata al cassonetto stracolmo. Lo coccola, lo vezzeggia. Non sente nemmeno più la puzza. Tutto è compiuto.
Sperimentiamo un nuovo tipo di cittadinanza: la sottomissione dei vinti. Le rivolte sporadiche contro chi governa sono le scosse elettriche di un minuto. Questa non è più una città, è un agglomerato urbanistico. E’ una congregazione di case e persone che casualmente si scontrano. E’ un luogo senz’anima e non è neanche bello, secondo le promesse della canzone. Palermo è oscena. L’oscenità non risiede soltanto nella putrefazione delle cose, sta tutta nella nostra assuefazione. Lo spettacolo è visibile, le informazioni ci sono oltre ogni aspettativa. I cassonetti che scoppiano – per citare uno dei tanti esempi di decadimento – sono il sottofondo d’accompagnamento dei nostri spostamenti in macchina. Da Mondello al centro, il pattume si estende con apprezzabile coerenza. Dice: il sindaco, certo. Diego Cammarata dovrebbe dichiarare fallimento, dimettersi e non rilasciare interviste contro una fantomatica campagna di odio, orchestrata da ignoti cospiratori ai suoi danni. Il risentimento che lo circonda è il frutto di una gestione amministrativa scellerata. Questo non giustificherà mai alcuna reazione violenta, beninteso. Ma il minimo che si possa provare per il primo cittadino – sul piano squisitamente politico – è un feroce dissenso dalle azioni che compie e dall’immagine che offre. Siamo ben oltre lo sconsiderato ottimismo del capitano del Titanic che non si avvide dell’iceberg. Siamo alla colata a picco, condita da sorrisi incomprensibili. E mancano – la solita beffa – i soldi per l’orchestrina.
L’attrazione orrida della munnizza di Palermo è un fatto più forte di qualsiasi mistificazione o bugia di Palazzo delle Aquile. Tuttavia, accanto al sindaco non brillano Alcide De Gasperi in sedicesimo. Il prossimo disgraziato inquilino di Villa Niscemi avrà un compito immane. E in giro non scorgiamo nemmeno un quarto di ciò di cui Palermo avrebbe bisogno. La crisi del potere è la crisi della politica. La destra ha strangolato la speranza, presentando un candidato non all’altezza, nonostante una personale buonafede di fondo che riconosciamo a Diego Cammarata e che rappresenta addirittura un’aggravante, un indice puntato contro la sua incapacità gestionale. La sinistra ha strangolato la speranza, non avviando per tempo una riflessione sulla fine e sulla successione dell’esperienza orlandiana. Destra e sinistra, se non pari, sono almeno compartecipi del disastro annunciato.
Uomini, topi e munnizza, ammucchiati alla rinfusa. Questo offre Palermo felicissima che ha perso la sua dignità, intrappolata in una grotta da un malvagio pifferaio magico. Solo un’ultima grazia chiederemmo allora al commendator pifferaio. Torni indietro, suoni il piffero e – come nella favola – porti via tutti i bambini. Nessun bambino merita di crescere qui, nel cuore disperato di Hamelin-Palermo.
Portate via i bambini da Palermo

Robi io il tuo consiglio l’ho seguito e non me ne sono mai pentita.
Grazie sempre per i tuoi squisiti articoli.
Sebbene lontana sempre vicina Ale
Non è soltanto il problema dei cassonetti stracolmi. Percorra la circonvallazione dal Forte Hotel in uscita per Catania: la sporcizia, l’erba che cresce dovunque (chiamasi zecche). I marciapiedi dissestati.
E andando per le vie della città: l’assenza totale dei vigili urbani. Le conseguenze: macchine in doppia fila da un lato all’altro della carregiata; le corsie preferenziali più trafficate delle corsie normali; semafori non sincronizzati per cui chi attraversa il primocon il verde si ritrova con il secondo rosso. E quindi blocchi del quadrivio e chi è più forte si infila, tanto vigili non c’è ne sono.
Provate a chiamare un ns. rappresentante al Comune: sempre assente. E allora perchè li abbiamo eletti?
Povera Palermo!
Scelta lungimirante. Un abbraccio affettuoso
E’ vero lo noto tutti i giorni.
Abito in un quartiere popolare e quando mi lamento per gli operatori gesip che non fanno bene il loro lavoro, per il netturbino desaparecidos, per i ragazzini che imbrattano, sporcano che non ti fanno dormire la notte con il loro vociare e il loro lanciare bottiglie di birra per aria attorno a me sento il silenzio assordante.
Serrande abbassate, finestre chiuse. Perché lamentarsi se a casa propria si sta bene, fuori ? non vedo non sento… e pazienza se la vicina si lamenta.
ma quel che è peggio che non si riesce neanche a far funzionare le cose semplici. Basta vedere ad esempio la vergogna che va maturando di ora in ora con il Teatro di Verdura, da sempre fiore all’occhiello della città, anche quando era amministrata dai cosidetti sindaci di capitolato voluti da Ciancimino e ridotto in un letamaio inverecondo, oltre che bloccato in vicende burocratiche pazzesche. A me quello che fa rabbia non è Cammarata, con i suoi limiti e con l’unico pregio che sta nell’assenza, come ben riportate in altra pagina, ma sono i suoi garanti e Schifani e Alfano in primis. Ma come pensano di costruire e su chi la prossima sindacatura e il prossimo consiglio? Ma vi immaginate un candidato sindaco che dice alla gente: Io sono la continuità della buona amministrazione di Cammarata! oppure un candidato consigliere che oltre a chiedere il voto per se lo chiede per questo tipo di candidato! Qui bisogna rivoltare tutto, la politica e le coscienze! Qui la rimozione non riguarda solo la munnizza accatastata per le strade, ma anche quella che riguarda i comportamenti dei singoli e delle comunità e per la verità non solo politiche. Qui occorre rifondare tutto e dalle fondamenta, e anche il fare dei passi indietro ridarebbe speranza e forse riconsegnerebbe dignità ad oggi fortemente compromessa. Ma spesso il potere annebbia la vista e occlude l’intelligenza, e forse questo il vero male di palermo.
un ultima cosa: un bentornato a Roberto Puglisi, che torna a scrivere con la consueta finezza e onestà intellettuale.
In illo tempore,il sindaco veniva eletto dai partiti.Adesso viene eletto dai cittadini.Mi chiedo,perchè per falo dimettere occorre lo sta bene dei consiglieri e non un referendum popolare.?
Secondo me,se non cade è perchè non sanno chi mettere o meglio nessuno si offre.Colgo l’occasione per chiedere quanti sono e DOVE sono gli operatori della ESSEEMME,spazzatura manuale,dal momento che i marciapiedi sono sporchi e vegetati??
Prossimo alla fuga anche io. Non voglio fare crescere mio figlio che ha quasi 5 anni in questa terra. Prossima destinazione Singapore !!!
Io lo dico da diversi anni e quando lo scrivo nel migliore dei casi mi prendono per utopista, ma qualcuno chiamerebbe l’ambulanza; invece è l’unica soluzione per la salvezza della Sicilia. E sono i cittadini quelli che possono decretare la “rivoluzione”. Premessa: la Sicilia è appetibile per ragioni strategiche ed ha un potenziale di risorse e sviluppo economico non sfruttato per incapacità.
Quindi potrebbe essere un affare per l’Europa commissariarla. Allora: i cittadini che per referendum chiedono l’indipendenza dal similpaeseitalia e conseguente commissariamento da parte della comunità europea. Per i prossimi 30 anni (sufficienti a formattare il dna, e introdurre regole civilizzate) gestione effettuata da managers scandinavi, tedeschi, etc. stipendiati dalla comunità europea, per tutti i settori portanti della società siciliana: scuola, problematiche del lavoro, economia, servizi, sanità, decoro urbano, turismo, etc. I locali aspiranti all’amministrazione, a fare i politici, dovrebbero prima frequentare apposite università, con esami davanti a commissioni internazionali; dopo le eventuali lauree dovrebbero effettuare stages di almeno due anni nelle maggiori capitali pagati con soldi propri, tipo studenti lavoratori. Dopo 30 anni, se idonei sarebbero inseriti accompagnati dai managers internazionali che comunque continuerebbero a contribuire alla gestione della Sicilia. Nel frattempo i siciliani prenderebbero gusto e apprenderebbero LA NORMALITA’. Se non vogliono cambiare in questo senso i siciliani si tengano i dilettanti (un carpentiere non può fare il chirurgo, e vice versa) che hanno affossato la Sicilia che stanno facendo peggio dei colonizzatori italiani (dalla farsa unità), perché continuando a vivere nel sistema attuale ampiamente fallito si prevedono solo peggioramenti.
La Sicilia a maggio 2010 è entrata nel top ten dei Paesi inaffidabili (pur essendo solo una regione) per il CDS (credit default swuap) ma questi continuano a raccontare con enfasi favole su benessere ed efficienza destinate esclusivamente ai clienti elettorali interni. Fuori interessano poco o niente, solo qualche turista che se ne va poi disgustato.
correggo refuso: credit default swap
Qualcuno si faccia una passeggiatina stamani in piazza Don Bosco, sul lato destro del Bar Alba e vedrà che lì i cassonetti non sono stracolmi, bensì sommersi dai rifiuti stessi, sotto cui sono stati abbondantemente sepolti, e tutto (pare) per un guasto al trituratore di Bellolampo. L’igiene di un’area metropolitana di un milione di abitanti, aree limitrofe comprese, in piena estate dipende tutta dal funzionamento di una macchina di cui un branco di incompetenti non riescono a gestire nemmeno la normale manutenzione.
Portate via i bambini da Palermo.
Complimenti per il titolo sintetizza tutto.
A proposito di rifiuti,cosa possiamo aspettarci da gente non in grado di togliere i rifiuti?
“Rubato” e pubblicato sul mio sito con nome e fonte, as usual 🙂
nel lontano 1992,già immagginavo,un futuro negativo x i miei 3 bambini a palermo,e cosi ci siamo trasferiti in romagna,la nostalgia era grande,ma adesso scopro di non aver sbagliato.
Vorrei sapere da Gigi la fonte dove reperire informazioni sulla sua affermazione “La Sicilia a maggio 2010 è entrata nel top ten dei Paesi inaffidabili (pur essendo solo una regione)”. Ad oggi l’unica fonte è solo lui su diversi blog, e così puzza di bufala. Pubblichi una fonte ufficiale, per favore ?
Grazie,
Marco