E Raffaele rimase da solo | con la miccia delle elezioni - Live Sicilia

E Raffaele rimase da solo | con la miccia delle elezioni

il governatore e l'inchiesta iblis
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Magari se la caverà. Raffaele Lombardo è un gatto: ha sempre una vita in più. Magari uscirà invitto dalla prova giudiziaria. E gli strali dei suoi nemici si ritorceranno contro di loro. Forse le dichiarazioni di Lupo e Bersani fanno parte di un oscuro gioco di ruolo. Chi scrive non pensa che sia così. Sembrano, piuttosto, la classica pugnalata a un uomo che è finito nella polvere.  Al momento – come si dice – la prospettiva per il governatore non è buona, stretto com’è nella tenaglia giuridica e politica. Lui agita, da consumato protagonista della scena, lo spauracchio delle elezioni: “Quando mi accorgerò, ‘anche ieri’, che il processo intrapreso per riformare la Sicilia non potrà continuare efficacemente, senza scomodare altri organismi dirigenti sarà l’organismo ‘dirigente’ della mia coscienza ad affidare agli elettori il giudizio sull’onestà e la correttezza dei comportamenti miei e di ciascuno di noi”. E’ l’arma finale.

I giornalisti sono spiritosi. Dalle 17.59 di ieri – ora fatale dell’agenzia col gelido distacco di Bersani e Lupo – nelle redazioni è cominciato il conto alla rovescia, con battute più o meno grottesche sul profilo di un “presidente morto che cammina”. Abbiamo smesso da tempo di cercare la sostanza umana del potere, intorno al potere, accanto al potere. Ci siamo rassegnati alla crudeltà. C’è un filo di contrappasso che sovverte l’ordine delle pedine sul tavolo. Prima o poi succede, in Sicilia: il re che ha gestito vite e accadimenti con cinismo cade in disgrazia. E sperimenta sulla propria regale pelle quanto sia cinico il consenso che l’accompagnava. Il re si scopre nudo. E’ un meccanismo odioso che è andato in tilt solo per Totò Cuffaro. L’ex presidente condannato dalla Cassazione, in fondo alla sua cella, ha addirittura accresciuto affetto e attenzioni.

Per il presidente della Regione attuale non ci sarà pietà. Dovesse cadere sarà calpestato in ogni modo, soprattutto da coloro che lui considera i più vicini. Verrà annientato dagli specchiati conterranei che scelgono chi sia Cristo e chi Barabba per interesse, raramente in base alla coscienza.
Ci scrive ha criticato questo governatore con tutte le armi polemiche a propria disposizione. Ma oggi – se  i nostri appunti su Lombardo restano intatti e forse confermati, se il sospetto per certe frequentazioni rimane inalterato – proviamo quasi un sentimento di solidarietà umana per Raffaele, al netto delle idee su Lombardo. Perché è sempre la stessa triste maledizione siciliana. E’ il rito del patibolo che segue la festa. E’ la solita storia del potere.

Oggi, alle 17.30, il presidente Lombardo terrà una conferenza stampa sugli ultimi sviluppi della vicenda che lo riguarda.


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