La 'marcia lenta' degli iblei|sognando la Ragusa-Catania - Live Sicilia

La ‘marcia lenta’ degli iblei|sognando la Ragusa-Catania

la protesta
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Siamo tra Ragusa e Catania e un lungo cordone di auto procede a passo d’uomo. La protesta è guidata dalla politica iblea stanca di aspettare il beneplacito da Roma per l’avvio di due importanti strutture per il tessuto economico locale: la superstrada Ragusa – Catania e l’aeroporto di Comiso. La “marcia lenta”, partita stamattina da Ragusa, ha voluto lanciare un segnale contro le lentezze della burocrazia. La protesta ha preso il via proprio dall’ex base Nato di Comiso e si è conclusa nel piazzale della vecchia aereostazione etnea.

A guidare il comitato ristretto che ha indetto l’iniziativa, una schiera di amministratori locali bipartisan: dai sindaci del ragusano al presidente della Provincia Franco Antoci. “La provincia di Ragusa è stata storicamente tagliata fuori – ha affermato il presidente Antoci – dalle infrastrutture ed è arrivato il momento di colmare questo deficit. Per l’avvio dell’aeroporto e dei lavori della superstrada manca la firma di due decreti da parte del ministro Tremonti e con quest’azione intendiamo sollecitare il ministro, altrimenti saremo pronti ad andare direttamente a Roma”.

La marcia sulla Ragusa – Catania è partita alle 9,30 ed è arrivata all’aeroporto catanese alle 12,30, scortata da un gran numero di forze di polizia e si è conclusa con l’intervento di Antoci che ha ricordato ai partecipanti, accorsi con circa un centinaio di vetture, e ai primi turisti in maniche di camicia, i motivi della protesta.

I comuni che attraverso i loro primi cittadini hanno aderito alla marcia non sono solo ragusani, ma anche catanesi e siracusani. Tra i tanti Mazzarrone, Lentini, Francofonte e Licodia Eubea, i quali si sono uniti a Ragusa, Vittoria, Ispica, Comiso, Monterosso, Giarratana, Acate e Chiaramonte Gulfi. Oltre ad una questione di collegamento veloce la superstrada invocata dai cittadini iblei rappresenterebbe un passo in avanti verso la sicurezza.

Sono moltissimi i ragusani che hanno perso la vita sulla strada statale 514 e un cartello con i loro giovani volti grida vendetta per la mancata messa in sicurezza della “strada della morte”. Il sindaco di Ragusa Nello Dipasquale si è detto pronto ad autosospendersi dal Pdl se entro fine maggio non arriveranno sostanziali novità da parte del governo sulle infrastrutture e intanto i ragusani preparano una “marcia su Roma” se a breve non arriveranno gli input richiesti al ministro Tremonti.

Il presidente della Regione Lombardo si è detto pronto a eseguire la “revoca della revoca”, cioè a fare dietrofront rispetto alla lettera dello scorso 30 agosto che ritirava il finanziamento di 253 milioni per il progetto di finanza. Mentre Tremonti dovrebbe dare il beneplacito per far in modo che la delibera Cipe del 10 luglio scorso sia esecutiva.

C’è chi oggi ha esposto un vecchio striscione di una marcia lenta del 2003, organizzata per contrastare l’andamento da lumaca del progetto della superstrada. In molti sperano che il tempo della lentezza sia finito.


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