Zambuto contestato ad Agrigento|In piazza le imprese e i sindacati - Live Sicilia

Zambuto contestato ad Agrigento|In piazza le imprese e i sindacati

la polemica sul rigassificatore
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Il sindaco di Agrigento, Marco Zambuto, è stato fischiato e contestato da quanti stanno dando vita ad un sit-in in favore del progetto Enel per il rigassificatore di Porto Empedocle. La manifestazione è stata promossa dai sindacati degli elettrici, con il sostegno di Confindustria.

“Riteniamo che la strategia del no a tutti i processi di sviluppo – hanno detto i sindacalisti della Cgil Piero Mangione e Mariella Lo Bello – abbia portato all’impoverimento della nostra provincia. Il rigassificatore nell’area portuale può costituire la scintilla per la rinascita dell’economia industriale dell’Agrigentino che dovrà essere coniugata con l’agroalimentare, il turismo e il commercio”. Una delegazione di esponenti di Confindustria e dei sindacati ha incontrato il sindaco.

“La posizione del Comune di Agrigento – ha detto Zambuto – non cambia. Avevamo avanzato delle considerazioni di natura politica circa un insediamento di quel tipo in un’area vicina a luoghi come la Valle dei Templi e la casa natale di Pirandello, ma ci siamo resi conto che si trattava di una posizione politicamente debole. Allora abbiamo fatto valere le nostre posizioni dal punto di vista giuridico, e adesso attendiamo il parere del Consiglio di Stato. In assenza, al momento, di qualunque novità, ad esempio la possibilità che l’impianto venga spostato, la nostra posizione rimane immutata”.

La manifestazione per dire “sì” al progetto del rigassificatore di Porto Empedocle, dinanzi al Municipio, di Agrigento, ha visto la partecipazione di circa 200 persone, in piazza Pirandello, che indossavano magliette bianche con la scritta “Sì al rigassificatore!”. Striscioni, con la stessa scritta, e bandiere dei sindacati sono stati collocati in tutta la piazza. Il sit-in è stato organizzato dai sindacati degli elettrici Flaei, Uilcem e Filctem che si sono schierati in favore del progetto portato avanti dall’Enel con la società Nuove Energie. Martedì dovrà pronunciarsi il Consiglio di Stato, dopo che il Tar ha accolto il ricorso presentato dal Comune di Agrigento e da alcune associazioni, annullando il decreto autorizzativo.

La principale motivazione è quella secondo cui il Comune di Agrigento avrebbe dovuto partecipare alla conferenza dei servizi in quanto interessato dal passaggio del gasdotto di collegamento. In realtà, il gasdotto di Nuove Energie, approvato con il decreto autorizzativo del terminale, non attraversa il territorio del Comune. Snam Rete Gas, la società che dovrà realizzare il gasdotto, ha successivamente richiesto una variante di percorso e questa attraversa il Comune di Agrigento per qualche centinaio di metri, ma è oggetto di un procedimento del tutto distinto da quello di approvazione del terminale.

Fra i primi ad arrivare in piazza Pirandello il presidente di Confindustria di Agrigento, Giuseppe Catanzaro. “La procedura è regolare – ha detto Catanzaro – Il rigassificatore è un’opportunità per cercare di far crescere questo territorio. Occorre che ognuno si assuma le proprie responsabilità: o si va avanti con l’ostruzionismo fine a se stesso oppure si lascia il passo allo sviluppo di una terra che ne ha estremamente bisogno”.

“La costruzione del rigassificatore – ha spiegato Lillo Cipolla della Flaei Cisl – garantirà la sopravvivenza della centrale Enel, il che è determinante per questo territorio che ha bisogno di occupazione e valorizzazione”. “E’ un’occasione di sviluppo – ha aggiunto Giovanni Manganella della Uilcem – che non va persa. Il sindaco Marco Zambuto si oppone alla realizzazione del progetto perché dice di voler tutelare il territorio e rilanciare il turismo. Si oppone però all’unico investimento nella zona che offre le più ampie garanzie di legalità, trasparenza, tutela dell’ambiente e sviluppo. Se il Consiglio di Stato confermasse la sentenza del Tar – concludono Cipolla e Manganella – ci sarebbe il rischio di uno stop definitivo al progetto e in un periodo di crisi come questo vorrebbe dire chiudere la porta a posti di lavoro e a una boccata di ossigeno per l’intera economia locale”.


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