Forestale pagato per non lavorare| Per protesta si incatena a un palo - Live Sicilia

Forestale pagato per non lavorare| Per protesta si incatena a un palo

PALAZZO D'ORLEANS
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Da otto mesi a questa parte viene regolarmente pagato ma senza svolgere alcuna funzione. Un sogno di molti, un privilegio di pochi. E tra i pochi c’è anche un dipendente regionale assunto trent’anni fa che da febbraio 2011 è stato rimosso dall’incarico di consegnatario per l’Ispettorato dipartimentale delle foreste di Enna. Il motivo? Non si conosce, non è mai stato comunicato a Sebastiano Messina che stamane si è incatenato davanti Palazzo D’Orleans, sede della Regione Siciliana. In trent’anni ha svolto tante mansioni, si è anche occupato del trattamento giuridico ed economico del personale, ma adesso la sua unica preoccupazione è quella di presentarsi ogni mattina in ufficio per completare le sue 36 ore settimanali.

“Da otto mesi vivo una condizione di inattività che mi ha costretto oggi a presentarmi davanti Palazzo d’Orleans per avere una risposta concreta – ha dichiarato Sebastiano Messina – avevo già presentato una denuncia circostanziata con altri motivi alla Procura di Enna e alla Procura della Corte dei Conti ma nessuno mi ha ascoltato”. Enna è rimasta sorda alla richiesta del dipendente regionale che oggi ha finalmente ricevuto una risposta da chi di compentenza. “Avevo più volte chiesto il motivo dell’ allontanamento dal mio ultimo incarico e il comandante del corpo forestale al quale mi ero rivolto non è mai stato disposto a ricevermi, ma oggi mi ha fatto sapere che nei prossimi giorni sarà disponibile ad un confronto”.

Una situazione strana e difficile per Sebastiano Messina che, stando alle sue parole, non è l’unico dipendente “fannullone” all’interno della sua pubblica amministrazione. “Io ho avuto il coraggio di organizzare una manifestazione del genere perchè sono stanco di non fare nulla. Sono stanco di dover andare tutte le mattine in ufficio e stare nella mia stanza a leggere un libro, ascoltare un po’ di musica e rispondere alle telefonate. Io penso che purtroppo oggi in Italia ci si preoccupa di registrare le presenze in ufficio piuttosto che verificare il lavoro effettivamente svolto. Non ho paura del giudizio di chi, come me, ha subìto una condizione di isolamento ma senza provare a cambiare le cose. Io sono fiducioso, anche perchè non credo di meritarmi questo. Oggi ho ottenuto quello che volevo, anche se a distanza di otto mesi”.


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