(ac) Era stato individuato come l’autore di una rapina ai danni di un’anziana e quando le forze dell’ordine sono andati a prenderlo si è fatto trovare in terrazza, brandendo una pistola contro gli agenti. Vincenzo Filippone, 44 anni, ex pip, è stato condannato a 7 anni e 10 mesi di reclusione per detenzione di arma da fuoco, ricettazione e resistenza a pubblico ufficiale dalla terza sezione penale del tribunale di Palermo.
Il pm, Gianluca De Leo, aveva chiesto 14 anni chiedendo l’aggravante del porto d’armi in luogo pubblico e puntando sulla recidiva: l’uomo ha alle spalle altre 6 rapine e un furto. Nell’arco del processo, poi, è saltata l’accusa principale, quella di rapina. Le indagini, infatti, erano partite proprio dal colpo del 4 ottobre 2010. L’uomo, secondo le accuse, avrebbe intercettato una donna anziana all’interno di un ufficio postale nei pressi della stazione centrale. L’avrebbe seguita fino a casa dove l’avrebbe fatta cadere rovinosamente portandole via la borsa con qualche centinaio di euro dentro.
Gli investigatori hanno visionato le immagini delle telecamere all’interno e all’esterno dell’ufficio postale, riconoscendo Filippone, autore già di diversi colpi simili. La donna è stata convocata e, dopo alcune ore, ha riconosciuto l’imputato che il 23 giugno 2011 è stato arrestato. Ma, in aula, la donna – che da allora è sotto terapia psichiatrica – ha pianto, tremava e ha finito per non confermare il riconoscimento. Così il pm ha chiesto l’assoluzione per la rapina, così come l’avvocato di Filippone, Luigi Campagnuolo.
Ma l’imputato è stato riconosciuto, comunque, colpevole. Perché quando ha visto le forze dell’ordine, a casa della sorella, a Bagheria, è salito sul tetto per nascondere la pistola che, secondo la sua versione, avrebbe trovato nella spiaggia di Romagnolo mentre faceva le pulizie. Un’ipotesi a cui la corte non ha creduto.
